La farsa
Pd, scontro sulle primarie: "Chi fa il furbo pagherà"
La lotta per la segreteria del Nazareno si fa sempre più aspra. La battaglia tra Matteo Renzi e Gianni Cuperlo è al veleno. Cuperlo, che sostiene di essere in vantaggio nei congressi provinciali, da giorni chiede di bloccare il tesseramento per evitare infiltrazioni. Ora però grida allo scandalo. La senatrice Pezzopane spiega: "Se qualcuno ha abusato delle regole pagherà il conto". Insomma i "cuperliani" sono sul piede di guerra e l'appuntamento è fissato all'8 dicembre, data in cui si aprirà il congresso nazionale per eleggere il segretario. La battaglia è destinata a diventare una guerra senza quartiere. Il Comitato di Gianni Cuperlo fa sapere che, in base ai primi dati in proprio possesso sui 250mila votanti, oltre il 50% avrebbe espresso la propria preferenza per candidati alle segreterie provinciali che al nazionale voteranno per l'ex Ds. Nel dettagio 49 su 85, mentre i renziani sarebbero 35 e i ciavtiani a quota 1. "Solo menzogne" - Dati "falsi", è la replica dei renziani, che accusano Cuperlo, uomo di apparato, di voler "avvelenare i pozzi", e rivendicano 47 segretari provinciali che al nazionale sosterrebbero Renzi contro i 38 a favore di Cuperlo. Dal fronte renziano si sottolinea inoltre come i congressi locali facciano storia a sé e ci sia anche un dato di mescolanza territoriale. "Da regolamento - attacca Stefano Bonaccini, coordinatore della campagna per le primarie del sindaco - è fatto divieto di collegare le candidature locali con quelle nazionali". Oggi la bagarre Pd fa tappa a Trapani dove per un solo circolo sono andati in scena addirittura due congressi con tanto di elezione di un 'doppio' segretario. A Cosenza invece i renziani hanno presentato ricorso alla commissione nazionale denunciando uno stop ai tesseramenti che "contribuisce a turbare lo svolgimento della competizione". "Bloccare il tesseramento" - Cuperlo insiste nella proposta, al momento però non accolta, di chiudere il tesseramento prima dell'avvio della seconda fase del congresso, quella che vede i candidati segretari nazionali misurarsi con il voto degli iscritti, che inizia la prossima settimana. E, pur convenendo sul fatto che si tratta di episodi circoscritti, si dice "angosciato" da tutta la vicenda che "ha a che fare con la trasformazione del modo di essere di un partito". "La verità - sottolinea il bersaniano Alfredo D'Attorre - è che tenere aperto tutto fino alla fine non ha funzionato. E' stata una scelta votata da tutti ma forse dovremmo fare autocritica perchè il patrimonio degli iscritti va curato e regolamentato".