Con le ossa rotte

Diciotti, la bomba di Dagospia: "Perché Salvini non reagisce". Il vergognoso ricatto giudiziario del M5s?

Giulio Bucchi

Come mai Matteo Salvini ha incassato (quasi) in silenzio il rinvio dei bandi di gara sulla Tav? Prima opzione: perché il vicepremier della Lega sa che in fondo si tratta di un nulla di fatto e non di una sconfitta, di un modo scaltro (peraltro suggerito da un suo stesso strettissimo collaboratore, il sottosegretario Armando Siri) per scansare l'Armageddon con i grillini contrari all'Alta velocità e rimandare lo scontro tra qualche mese. Leggi anche: "Schizzi di fango in arrivo". Bisignani, Mieli e una terrificante voce su Salvini Seconda lettura, molto più maliziosa, da Dagospia: "Incassato il primo calcio in c*** da Di Maio - scrive beffardo il sito fondato da Roberto D'Agostino - che fa Salvini? Niente. È costretto a rinviare la resa dei conti a dopo le europee per un semplice motivo che si chiama caso Diciotti". A fine marzo il leader leghista dovrà affrontare il voto del Senato sull'autorizzazione a procedere richiesta dal Tribunale di Catania e "se il Movimento 5 Stelle dovesse mollarlo al suo destino (possibilità che si sarebbe concretizzata nel caso di un sì alla Tav) non è detto che Salvini non ne esca con le ossa rotte". Che è un po' l'interpretazione del direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio, uno che di imboscate giudiziarie se ne intende.