Chiamatelo Pirro
Luigi Di Maio, dietro la festa il dramma: "Reggerà?". M5s e Lega, gira una voce (da godere)
Al di là delle (finte) esultanze, Luigi Di Maio è finito di nuovo sotto processo. Nel Movimento 5 Stelle il sabato della Tav rinviata è stato una festa per l'ala governista, perché la furbata del premier Giuseppe Conte sui bandi di gara della Telt serve esclusivamente a sventare la crisi con la Lega. Ma l'ala dura, quella di Roberto Fico, contesta al leader lo scarso coraggio di portare avanti la linea del "No Tav". Leggi anche: "Tav sì o no, i 5 Stelle sono comunque alla frutta". Anche Scanzi calpesta Di Maio Una parte del Movimento era disposta a correre il rischio di rompere con Matteo Salvini pur di non perdere la faccia di fronte alla base, e il paradosso è che ora Di Maio è sempre più vincolato ai "ribelli". A Torino, la sindaca Chiara Appendino lunedì rischia la diserzione dei consiglieri più contrari all'Alta Velocità, che vedono il rinvio come una vittoria di Pirro, o meglio una sconfitta mascherata da pareggio. C'è chi parlava addirittura della caduta della Giunta. Di sicuro, anche dentro la Lega, sabato sera dopo gli annunci di Palazzo Chigi la vera domanda non era "la Tav alla fine si farà?", spiega il Corriere della Sera, ma "Di Maio reggerà?".