Lo scenario

Matteo Salvini, dopo la crisi di governo spunta lo scenario dei "tecnici": così la Lega va al 50%

Gino Coala

In qualunque modo Lega e M5s riusciranno a risolvere la crisi di governo scoppiata per la Tav, i dubbi sulla tenuta dei conti pubblici in vista della legge di Stabilità del 2020. Una patata bollente per quei partiti che si ritroveranno a firmare conti ridotti in brandelli dopo mesi di politiche votate tutte sulla spesa selvaggia. Come riporta il Giornale, da giorni è maturata la consapevolezza che la situazione dei conti pubblici è sempre più insostenibile, a cominciare dalle previsioni per il 2020, peggiori del previsto. Leggi anche: Salvini, botta a caldo: "Nessuna crisi di governo e nessuna nostalgia". Drammatico siluro su Berlusconi La prima preoccupazione arriva dal Def, il documento di economia e finanza che dovrebbe essere presentato entro il 10 aprile, al massimo entro la fine del mese, quando c'è l'obbligo di invio alla Commissione europea. Il sospetto è che il governo presenti un Def solo con il quadro tendenziale, senza parte programmatica, quindi la prossima legge di Bilancio dovrà essere fatta a fari spenti. Altra ipotesi è che il Def contenga una parte programmatica ridotta al minimo, con un piccolo cenno alle prossime misure economiche: dal taglio del cuneo fiscale alla flat tax. E per le coperture? La giustificazione formale sarà l'impegno a una drastica revisione delle spese fiscali, favoletta che dura ormai dai tempi di Mario Monti. In realtà vuol dire tasse più alte, a cominciare dall'aumento dell'Iva. Per quanto il governo provi oggi a negare la necessità di una manovra correttiva, anche dopo le elezioni Europee, i margini per nuove iniziative come Quota 100 e Reddito di cittadinanza non ci sono. E senza strumenti per creare consenso, la tentazione più forte potrebbe essere quella di far cadere il governo Conte, così da scaricare le colpe dell'aumento delle tasse a un governo tecnico. Un fallimento dell'esecutivo però non gioverebbe ai grillini, che durante i mesi di governo sono riusciti a dilapidare tutto il patrimonio elettorale guadagnato negli anni. A godere sarebbe solo Matteo Salvini e la Lega, che a quel punto capitalizzerebbe il consenso elettorale utile per avere una maggioranza larga a sufficienza per lanciare un nuovo governo.