Che carrierona

Vittorio Feltri, ecco il massimo che potrà fare uno come Nicola Zingaretti

Gino Coala

I giornaloni importanti e conformistici esultano per la elezione di Zingaretti a capo del Pd, ma nessuno, a parte forse qualche laziale, sa chi sia costui. È un buon amministratore, questo è sicuro. Tuttavia un conto è dirigere una regione, un altro è resuscitare un partito in avanzato stato di decomposizione. Non crediamo che il neo segretario sia in grado di compiere il miracolo. Al massimo potrà insidiare il M5S che si sta impegnando per perdere il primato nella politica italiana. Se gli ex comunisti alle europee riusciranno a eguagliare i grillini sarà un bel risultato, però non basterà onde riproporsi quali guida del Paese. Ormai il Pd è in disarmo, proprio come i pentastellati, e tra loro si svolgerà una gara a chi morirà meno in fretta. Leggi anche: Feltri, la sfida all'Ordine dei giornalisti che lo processa: "I terroristi sono bast***" L' unica forza attrezzata rimane al momento quella guidata da Salvini, il quale ha un pregio esclusivo: è un uomo comune, normale, che ispira fiducia negli elettori, essendo riuscito in una impresa storica: ridurre del 95 per cento, e sottolineo 95 per cento, lo sbarco degli stranieri sulle nostre coste. Un risultato strepitoso che gli permette di alzare la voce. Sappiamo che stroncare l' arrivo degli stranieri non basta, ciononostante è sufficiente a garantire fiducia nel ministro dell' Interno da cui ci si attendono ulteriori iniziative di successo che non siano solo quota 100 per i pensionati, una boiata, né la riapertura delle case chiuse (impossibile) e neppure l' abolizione della legge che tollera la modica quantità della droga posseduta. Cavolate. Se dovessimo arrestare tutti i consumatori abituali di stupefacenti, dovremmo sbattere in galera mezza Milano, anzi mezza popolazione nazionale. Il leader del Carroccio per straripare è obbligato a pensare alla economia, ad abolire la fatturazione (idiota) elettronica e a ridurre le tasse, altro che approvare il reddito di cittadinanza, un autogol. Matteo è consapevole di ciò e saprà affrontare la crisi qualora i propri voti superino presto il patrimonio di consensi accumulato dai suoi soci di governo fessacchiotti. A proposito dei quali è indispensabile, per onestà intellettuale, tesserne l' elogio in quanto pur essendo degli sprovveduti sono stati capaci di afferrare le leve più importanti del potere. Il migliore di loro, al momento, si conferma Di Maio, un pellegrino che fino a poco tempo fa vendeva bibite allo stadio di Napoli, e che ora si è arrampicato ai vertici di Palazzo Chigi. Un fenomeno di abilità. A 32 anni ha compiuto una scalata sorprendente. Un talento naturale che vince il confronto con qualsiasi magliaro partenopeo. Gigino era un predestinato della disoccupazione perenne e invece si è infilato con destrezza nel mondo rutilante della politica, saltando ostacoli insormontabili, e piazzandosi in prima fila. È stato stupendo e va ammirato per la intraprendenza. Non durerà a lungo, questo è pacifico, eppure se un ragazzotto è giunto tanto in alto pur avendo una cultura da terza media va lodato, e noi gli diamo atto di essere un grande bluff, un pulcinella migliore dell' originale. Davanti a un soggetto simile ci togliamo il cappello. Siamo passati da Andreotti e De Gasperi a Di Maio senza battere ciglio. Bravi anche noi a sopportare simile degrado. Auspichiamo un ritorno al passato, sebbene il passato ci ripugnasse. di Vittorio Feltri