Privilegi senza fine

Governo, ecco il piano per l'esercito: meno uomini e pensione anticipata

Ignazio Stagno

Enrico Letta mette in testa l'elmetto e prepara un bel regalo di Natale per i militari. Secondo il paino di riforma delle forze armate preparato dal governo ci saranno trentacinquemila uomini in meno in dodici anni» e una formula magica che prevede una sostanziosa redistribuzione dei carichi di spesa: quest’anno in un bilancio di circa 14 miliardi per la "funzione difesa" i costi del personale gravano per il 67 per cento. L'obiettivo è quello di avere meno uomini e armi migliori. E fin qui nulla di strazo. Anzi le casse dello Stato potrebbero pure risparmiare con la riforma delle forze armate. Lo scivolo d'oro - Ma, attenzione c'è il trucco. Pagheremo tutto noi. Il passaggio del personale ad altro ministero, il prepensionamento e, soprattutto, l’esenzione dal servizio, comma sesto dell’articolo 2209, il punto più controverso nella disciplina del periodo transitorio saranno tutti provvedimenti a carico nostro. Dai 50 anni in poi (dieci anni prima del congedo) si può entrare in un magico limbo, lo scivolo d’oro appunto grazie al quale si conserva l’ottantacinque per cento dello stipendio senza lavorare più nemmeno un solo giorno, con tanto di pensione piena; non è esclusa neppure la facoltà di fare altri lavori (il reddito non si cumula). Questo bonus decennale per le forze armate in (libera) uscita verrà inserito nel codice dell’ordinamento militare dopo un passaggio in Camera e Senato. Domenico Rossi, ex generale e adesso deputato di Scelta civica: "Però, ci pensi, è la via d’uscita della generazione delle missioni, i cinquantenni di adesso avevano 35 anni in Kosovo. Non è che si possono mandar via così". A spese nostre.