Poltrona che scotta
La Cancellieri fa tremare il Pd e il governo, Letta rischia
Il caso Cancellieri diventa sempre più grosso. Quella telefonata del ministro all'amministrazione penitenziaria per "consigliare" i domicialiari per Giulia Ligresti diventa sempre più imbarazzante. Il Pd ora si spacca sul Guardasigilli. La sua posizione è poco difendibile. Soprattutto dopo le indiscrezioni sul compenso ricevuto dal figlio della Cancellieri per il suo lavoro in Fonsai, l'assicurazione di Ligresti. Quei 3,5 milioni pesano e peseranno anche sul ministro quando riferirà in Parlamento sulla vicenda. Il Pd, dicevamo, è spaccato. Il capogruppo democratico Zanda, ai microfoni della Zanzara, vittima di uno scherzo ha parlato con la "finta" Cancellieri e non ha "garantito il sostegno del Pd". Già perchè non c'è una posizione netta del partito. Pd spaccato - Ernesto Carbone deputato dem vuole la testa del ministro: "Se ciò che viene riportato dagli organi di stampa - dice - trovasse conferme, ritengo francamente che il ministro Cancellieri dovrebbe fare un passo indietro e rassegnare le dimissioni". Ma Dario Nardella, renziano la pensa diversamente: "Ho stima e rispetto per l'amico e collega Carbone - afferma - , ma le richieste di dimissioni sono del tutto fuori luogo e pretestuose. Cancellieri è un ministro stimato per le sue competenze, per la sua dedizione e il suo senso dell'equilibrio. Per quanto mi riguarda la sua spiegazione dipana ogni dubbio". Il Nazareno si spacca pure sulla Cancellieri. Intanto lei resta lì al suo posto. Insomma la confusione regna sovrana. Interviene a favore della Cancellieri anche il senatore Manconi, presidente della commissione Diritti Umani a Palazzo Madama: "Di fronte a una detenuta che rifiuta di nutrirsi - spiega -è buona prassi e indice di una elevata sensibilità istituzionale e umana, il che non guasta, attivarsi per capirne le ragioni e verificare che non stia maturando una incompatibilità con lo stato di detenzione". Il silenzio di Letta - Su questa vicenda pesa il silenzio di Letta. Il premier finora non ha espresso nessuna opinione. Ma fonti di palazzo Chigi fanno sapere che Letta sarebbe molto contrariato e aspetta di parlare col ministro. Che la vicenda diventi una nuova grana per il governo, già in equilibrio precario causa decadenza di Berlusconi è una certezza. E se il premier Enrico Letta tace, è il Pd a chiamare "in tempi rapidi" il ministro in Aula per "fugare ogni dubbio che in Italia ci siano detenuti di serie A e B". La Cancellieri non riferirà in parlamento prima di mercoledì prossimo. L'agenda della Cancellieri è fitta. Domani, 2 novembre, la Cancellieri sarà a Chianciano, per il congresso dei Radicali italiani (da sempre sensibili e in prima linea sul tema della giustizia, delle carceri e della carcerazione preventiva) mentre lunedì 4 e martedì 5 novembre ha già preventivato un viaggio a Strasburgo che non sarà certo né facile né semplice. Il Parlamento può attendere. E pure i "detenuti" di serie "b".