Lo scenario kamikaze
Silvio Berlusconi, l'ultimatum di Brunetta a Salvini: così Forza Italia si va a suicidare
La divisione all'interno di Forza Italia rischia di degenerare in una spaccatura nel partito di Silvio Berlusconi che rischia di spingere gli azzurri verso l'implosione. L'ultimo caso di tensione arriva dal Piemonte, dove il centrodestra sembrava orientato sulla scelta di un candidato comune per la presidenza della Regione, cioè l'azzurro Alberto Cirio. L'accordo sul nome sembrava ormai in attesa solo della firma da parte di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, finché dal Carroccio sono arrivate nuove ipotesi che possono solo creare scompiglio tra i forzisti. Leggi anche: Salvini, il doppio piano dopo le Europee: nuovo governo o elezioni L'idea della Lega in Piemonte è di pescare un candidato dalla società civile, come riporta il Messaggero. La strategia di Matteo Salvini è puntare su figure come l'ex presidente dei giovani imprenditori, come Marco Gay, o quello di Confindustria Piemonte, cioè Fabio Ravanelli. Circolano anche i nomi di Roberto Moncalvo, ex presidente della Coldiretti, e l'imprenditore Paolo Damilano. Un gesto quello leghista dal vago sapore della provocazione. Proprio quando l'ex ministro Renato Brunetta lancia l'ultimatum agli alleati del Carroccio dalle colonne del Corriere della sera: "Non è più accettabile la sua ambiguità, nè la sua politica dei due forni - ha detto riferendosi a Salvini - Ripete che governerà per 10 anni con i 5 stelle, ma vuole stare localmente con il centrodestra. È una contraddizione in termini e soltanto un modo per tentare di mangiarsi tanto i grillini a livello di esecutivo, quanto il centrodestra nelle regioni. Se Forza Italia vuole svolgere fino in fondo il proprio ruolo storico, non deve più tollerare questa doppiezza che serve al potere di Salvini e manda in rovina il Paese". Brunetta vorrebbe imporre a Salvini di rompere l'alleanza di governo con il M5s, contando però su conseguenze che difficilmente ci saranno in caso di mancata esecuzione degli ordini da parte del leghista. Alla luce degli ultimi sondaggio, con FI quasi al 10% e la Lega lanciata oltre il 30%, appare difficile, se non impossibile, che assessori e consiglieri regionali di Forza Italia scelgano di restare con quel che resta del loro partito anziché seguire Salvini, e i transfughi azzurri verso un centrodestra sempre più trazione leghista. Il Piemonte potrebbe essere solo l'ultimo banco di prova: se il Cav non dovesse accettare il possibile candidato della Lega, potrebbe decidere di far correre da solo il suo uomo, andando incontro a sconfitta certa.