Toga contro toghe

Matteo Salvini, Antonio Di Pietro a sorpresa su Diciotti e migranti: "Perché non è da processare"

Giulio Bucchi

"Non condivido quello che Matteo Salvini ha fatto, ma non lo processerei". Antonio Di Pietro a sorpresa si scopre difensore del ministro degli Interni sul caso Diciotti, "anche se avesse avuto interessi politici personali". Intervistato da Radio Cusano Campus, l'ex magistrato e ministro nei governi di Romano Prodi dice la sua sulla decisione del Tribunale dei ministri Catania di chiedere l'autorizzazione a procedere contro Salvini per il caso dei migranti tenuti a bordo della nave la scorsa estate per diversi giorni: "Non è un provvedimento contro Salvini, semmai è nell'interesse di Salvini e nell'interesse delle regole istituzionali - spiega Di Pietro -. I giudici dicono Attenzione, qui c'è un problema da capire, se ciò che hai fatto l'hai fatto per fini politici o come atto politico. L'atto politico in sé non può essere messo in discussione dal giudice, l'atto per fini politici sì". Leggi anche: "Perché Salvini sposta i migranti". Il raptus di Di Pietro a L'aria che tira "Il giudice non sta chiedendo di processare Salvini, sta chiedendo al Parlamento di assumersi la responsabilità e dire se è stato un atto politico, nell'interesse del Paese, oppure un atto per fini politici, non nell'interesse del Paese".​ "Questo fatto - conclude il protagonista di Mani Pulite - lo stanno strumentalizzando sia da una parte che dall'altra. Salvini da questo processo ha tutto da guadagnare sul piano politico. Vedendo anche quei parlamentari sulla nave, mi pare ci sia una strumentalizzazione complessiva, utilizzando il dramma dei migranti".