politica

"Salvini vada a processo", in M5S si apre fronte per il sì

AdnKronos

Roma, 24 gen. (AdnKronos) (di Antonio Atte) - di Antonio Atte Sì al processo per Salvini. E' la posizione espressa da una fetta del gruppo parlamentare 5 Stelle al Senato, dopo che il Tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l'autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona in merito al caso della nave Diciotti. Storicamente, il M5S si è sempre schierato a favore dell'autorizzazione, fino ad arrivare all'ipotesi di abolire del tutto l'immunità parlamentare.In una diretta Facebook il ministro dell'Interno ha scandito: "Continuo e continuerò a lavorare per difendere i confini del mio Paese e la sicurezza degli italiani. Io non mollo". E ha aggiunto: "Ora la parola passa al Senato e ai senatori che dovranno dire sì o no, libero o innocente, a processo o no... Sono sicuro del voto dei senatori della Lega. Vedremo come voteranno tutti gli altri senatori, se ci sarà una maggioranza in Senato". A esprimersi dovrà essere prima la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e successivamente l'Aula. Ha già le idee chiare Elena Fattori, senatrice 'ribelle' del M5S e e fiera oppositrice del decreto sicurezza voluto dal titolare del Viminale. "Se è disposto ad accettare le conseguenze delle sue azioni - dice all'Adnkronos - dovrebbe rinunciare all'immunità e accettare il percorso della giustizia come ogni cittadino... Se non rinuncia fa dichiarazioni ipocrite". "Ma cosa c'entra la maggioranza?", si chiede la grillina Paola Nugnes, replicando a Salvini. "Abbiamo votato per procedere anche nei confronti del nostro senatore Giarrusso. E' un fatto di principio, abbiamo sempre valutato che l'autorizzazione a procedere fosse un atto dovuto". "C'è una linea che il M5S ha sempre seguito rispetto a questo genere di votazioni", è il parere del parlamentare 5 Stelle torinese Alberto Airola. Al momento, prosegue, "non so dare una risposta precisa ma nessuno è mai stato sottratto alla giustizia da un voto" soprattutto "nel momento in cui ci si professa innocenti". Per l'ex M5S Gregorio De Falco, membro della giunta per le autorizzazioni, parlare ora della questione "è prematuro: comunque sia - dice all'Adnkronos l'ex capitano di fregata - si tratta di atti coperti da segreto". In riferimento alle parole di Salvini, De Falco osserva: "Lui non può essere sicuro" del voto dei senatori leghisti perché "ciascun componente valuta la questione tecnicamente. La giunta è l'organismo meno politico che esista, è un organismo tecnico. Se lui è sicuro... non so come faccia a esserlo: ciascuno dei componenti valuterà in scienza e coscienza le circostanze che ci saranno sottoposte". "L'oggetto della valutazione - aggiunge De Falco - peraltro non è il merito ma la verifica che il parlamentare non sia oggetto di persecuzione". No comment da parte di Mario Michele Giarrusso, altro componente della giunta: "I membri della giunta - ricorda - non possono esprimersi sui procedimenti in corso". Sul tema dell'immunità parlamentare nel 2014 Luigi Di Maio si esprimeva così: "In Italia - scriveva su Facebook l'allora vicepresidente della Camera - l'immunità parlamentare è sempre stata uno scudo per la politica, mai una garanzia. Andiamo a vedere tutte le volte che è stata utilizzata per salvare parlamentari (ad esempio non consentendo l'utilizzo delle intercettazioni telefoniche o ambientali). In maggioranza erano episodi legati a reati di corruzione, rapporti con mafiosi, evasioni fiscali. L'immunità non era stata concepita per questo genere di reati. I fini erano più nobili. E come sempre sono stati travisati. Visto l'abuso che si fa di questo istituto, in Italia è meglio abolirlo del tutto".