politica

Manovra, bagarre alla Camera

AdnKronos

Roma, 28 dic. (AdnKronos) - Ultimo giro alla Camera perla legge di bilancio. E' iniziata questa mattina in aula la discussione generale sulla manovra economica, licenziata nella notte dalla commissione Bilancio, ed è scoppiata la bagarre. Il voto finale è previsto entro domani sera ma continua la protesta delle opposizioni, che hanno contrastato il provvedimento fin dall'inizio, in ogni suo passaggio a Montecitorio come a palazzo Madama. Proteste così forti e rumorose che il presidente Roberto Fico ha dovuto sospendere la seduta per 10 minuti ed ha convocato la riunione dei capigruppo come chiesto dalle opposizioni per decidere sul prosieguo dei lavori. BAGARRE IN AULA - La seduta, presieduta all'inizio da Mara Carfagna, si è aperta con le proteste dei rappresentanti delle opposizioni che all'unisono hanno criticato lo svolgimento dei lavori nella notte in Commissione bilancio. Sono intervenuti, tra gli altri, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi, Francesco Lollobrigida e Graziano Delrio. Tra le critiche il fatto che il presidente della commissione bilancio Claudio Borghi non ha consentito la votazione degli emendamenti e che fosse stato dato mandato al relatore di riferire in aula senza alcun voto. Le opposizioni hanno anche chiesto più tempo per la discussione generale in aula. Durante la discussione non sono mancati momenti di tensione con il presidente Fico, nel frattempo subentrato a Carfagna nella conduzione dell'aula, che ha richiamato due volte all'ordine il deputato Carlo Fatuzzo per aver esposto uno striscione. Fico prima di sospendere la seduta ha anche ripreso più volte Emanuele Fiano ed Enrico Borghi del Pd. Durante la protesta delle opposizioni, Fiano ha lanciato tra i banchi il testo della legge, colpendo il sottosegretario Massimo Garavaglia. "Mi scuso - ha detto Fiano prendendo la parola - perché mi hanno riferito che lanciando il testo della manovra ho colpito il sottosegretario. Non si deve mai fare una cosa del genere", ha aggiunto tra le lamentele, composte, degli altri deputati. Alla ripresa dei lavori in Aula, Enrico Borghi ha lamentato che "per la prima volta le opposizioni non hanno votato nemmeno un emendamento della legge più importante dell'anno. Questo è uno sfregio al popolo e alla Camera". "Il presidente ha il dovere di tutelare le minoranze - ha aggiunto - La democrazia si qualifica non in rapporto a una dittatura della maggioranza ma alla tutela delle minoranze". FICO SI RISERVA DI DECIDERE - Dopo la dura protesta delle opposizioni il presidente della Camera ha palesato il rischio dell'esercizio provvisorio di bilancio. Alla ripresa dei lavori, Fico è intervenuto per riannodare il filo interrotto dalla bagarre. "Le richieste dell'opposizione - ha detto - sono per un ampliamento ragionevole dei tempi, rispetto alla discussione generale per cercare di trovare un equilibrio, visto che alla Camera prima e al Senato dopo, non c'è stata la possibilità di discutere - nel modo in cui va discussa - la manovra economica". "Ieri c'è stato già un ampliamento dei tempi per l'opposizione e la maggioranza. E' chiaro - ha avvertito Fico - che io posso venire ancor di più incontro alla richiesta e aumentare i tempi, tenendo ben chiaro, però, che il 31 dicembre si avvicina e questa legge non può arrivare al presidente della Repubblica il primo gennaio". Al termine degli interventi dei vari rappresentanti dei gruppi, che hanno fatto seguito alle proteste, il presidente della Camera ha riavviato la discussione generale sul provvedimento e si è riservato di decidere, nel prosieguo dei lavori, se allungare i tempi prestabiliti del confronto in aula. PD DEPOSITA RICORSO A CONSULTA - Intanto il Pd ha depositato un ricorso alla Consulta, "che si è reso necessario per ciò che è successo in queste settimane, prima al Senato e ora alla Camera. Ci appelliamo alla Corte per ristabilire le regole essenziali di questa democrazia" ha detto il capogruppo del Pd a palazzo Madama, Andrea Marcucci, alla conferenza stampa dem con Matteo Orfini, Dario Parrini e Stefano Ceccanti. "La maggioranza ha presentato un maxiemendamento con oltre 1500 commi e ha impedito ai parlamentari di conoscerne i contenuti. Il testo è stato votato senza che nessuno sapesse cosa ci fosse scritto. Una cosa di una gravità senza precedenti. Noi avevamo proposto di concludere i lavori il 26 dicembre" per permettere ai parlamentari di esaminare il maxiemendamento, "questo non avrebbe comportato alcuno slittamento, nessuno vuole andare in esercizio provvisorio... ma la risposta è stata negativa", ha aggiunto Marcucci. "C'è stata una volontà precisa del governo, da protagonista, e della maggioranza, che subisce la volontà del governo, di impedire ai parlamentari di sapere cosa stessero votando. Le regole sono state calpestate. È stato ridicolo sentire i senatori di maggioranza che parlavano di una manovra che non conoscevano. La democrazia va difesa nel palazzo”, ha sottolineato ancora il presidente dei senatori dem. "Anche qui alla Camera è arrivata una manovra blindata - ha sottolineato Orfini in conferenza stampa - nulla è stato discusso e dispiace che il presidente Fico si sia reso corresponsabile di una gestione di questo tipo. Domani manifesteremo davanti alla Camera e il 12 gennaio protesteremo in tutte le piazze del Paese". Sul piede di guerra anche +Europa, che alle 16 ha convocato una conferenza stampa alla Camera "per denunciare le gravi violazioni costituzionali che hanno caratterizzato l'esame della legge di bilancio, negando le prerogative parlamentari e quindi la sovranità popolare". All'incontro partecipano tra gli altri la senatrice Emma Bonino e il deputato Bruno Tabacci.