Lo scenario

Manovra, il tecnico Giuseppe Pisauro: "Un crinale pericoloso, cosa rischia l'Italia"

Davide Locano

In uno slalom tra proteste dentro e fuori il Palazzo, ricorsi, promesse di correzioni e baraonda in Parlamento, la manovra gialloverde si avvicina al traguardo. Ieri notte la commissione Bilancio ha approvato il testo del maximendamento. Oggi arriverà in aula. La scadenza è sabato, per evitare l' esercizio provvisorio. E proprio sabato mattina il Pd ha organizzato una manifestazione in piazza. Iniziativa parallela a un' altra, sempre a opera del Pd: il ricorso alla Corte costituzionale perché, secondo Stefano Ceccanti, Pd, ci sarebbero state due violazioni dell' articolo 72 della Carta: il fattore tempo, venuto meno, visto che il maxiemendamento è arrivato e subito approdato in aula e il salto della commissione che non ha votato gli emendamenti. Ieri è cominciata la raccolta delle firme e oggi sarà presentato il ricorso. Leggi anche: Se non approvassero la manovra...l'occasione imperdibile NIENTE WEB TV  Nel frattempo è cominciato l' iter del maximendamento nelle commissioni a Montecitorio. Le polemiche sono cominciate fin da subito. Le opposizioni avevano chiesto che i lavori fossero trasmessi sulla web Tv della Camera. Non se ne parla, è stata la risposta dei pentastellati, ormai convertiti alle porte chiuse: «La pubblicità dei lavori è prevista solo per le audizioni». Nel pomeriggio è stata la volta dell' audizione di Giuseppe Pisauro, presidente dell' Ufficio parlamentare di bilancio, che ha sostanzialmente bocciato la manovra. Poi, a sera, si è chiuso con il ministro Giovanni Tria. Secondo il capo dei tecnici di Montecitorio la pressione fiscale nel 2019 è destinata a salire al 42,5% del Pil e «negli anni successivi, se non considerate le clausole che valgono fino a 1,5 punti in più, si arriva al 42,8% nel 2020 e al 42,5% nel 2021». La stima di crescita per il 2019, aggiornata dal governo dopo il confronto con Bruxelles, «è accettabile», ha spiegato, ma «vanno segnalati notevoli rischi al ribasso». E anche nella nuova versione la manovra è «comunque soggetta al rischio di una deviazione significativa rispetto alle regole europee». Conclusione: «Siamo sempre su un crinale pericoloso». Diminuiscono poi gli investimenti, che dovevano essere il fiore all' occhiello dell' operazione: «Da un aumento di 1,4 miliardi inizialmente previsto, si passa a una riduzione di circa un miliardo». La stima di crescita del Pil all' 1% per il 2019 «è considerata accettabile» ma «vanno segnalati notevoli rischi al ribasso». Altro che spingere la crescita: la manovra, secondo Pisauro, «è chiaramente recessiva nel 2020 e nel 2021. Nel 2019 era molto espansiva, ora si è molto ridotta». Per concludere, la sostenibilità della manovra è «a rischio». Perché ci sono «quasi 29 miliardi nel 2021» di aumenti Iva come clausole di salvaguardia, «difficile immaginare che si possano compensare con tagli alle spese». VOLANO GLI STRACCI Valutazioni che, ovviamente, hanno rianimato le opposizioni, Pd e Fi, facendo volare gli stracci in commissione al grido «avevamo ragione noi». Luigi Marattin, Pd, ha zittito Raphael Raduzzi, M5S, invitandolo a studiare. «Confesso che invidio il presidente Fico per la possibilità di togliervi l' audio», ha chiosato a un certo punto il presidente della commissione Bilancio, Claudio Borghi. Intanto fuori da Montecitorio sono scoppiate due polemiche legate ad altrettante norme presenti nel maxiemendamento. Il primo riguarda le onlus, a cui vengono aumentate le tasse, per la rimodulazione dell' Ires. Una scelta difesa, ieri mattina in commissione, dalla sottosegretaria Laura Castelli. Ma nel giro di poche ore, arriva il ripensamento. Dopo la protesta anche dei frati di Assisi, prima il vicepremier Luigi Di Maio, poi il premier Giuseppe Conte, quindi Matteo Salvini, hanno assicurato che il passaggio verrà corretto. Il secondo caso è quello degli Ncc, autisti con conducente, che anche ieri hanno manifestato nel centro di Roma, a piazza Repubblica, minacciando di bloccare il Paese, se non verrà cambiata la norma che li riguarda. di Elisa Calessi