Il commento

Luigi Di Maio, il suo giochetto ridicolo per rovinarci il Natale: ecco tutte le sue balle

Cristina Agostini

La tombolata con la zia zitella e il cugino logorroico non bastavano ad avvelenare il Natale: ora a mandarci di traverso il cappone ripieno arriva il giochino di Luigi Di Maio. Ecco di che si tratta: secondo un post pubblicato ieri su Facebook dal nostro vicepremier, nel Paese starebbero «girando un po' troppe balle di Natale sulla manovra del popolo». Così il politico campano ha deciso di inventarsi un test - vero o falso - da sottoporre a parenti e affini, ovviamente con le risposte precompilate da Giggino. Con le sue balle, insomma. IVA E PREVIDENZA Facciamo qualche esempio. Punto uno: «Aumento dell' Iva? Falso!». Sì, per quest' anno non ci sarà, salvo sorprese. Ma c' è un problema. Per far tornare i conti, la stessa finanziaria carica 51,9 miliardi di Iva aggiuntiva sul 2020 e 2021. Per evitare la mazzata questa volta servirà un vero miracolo economico. E di sicuro per mettere le ali alle nostre imprese non basterà distribuire denaro a pioggia ai nullafacenti. Punto due: «Taglio alle pensioni normali? Falso!». Leggi anche: "Loro non vedranno un euro". Salvini, come frega i "furbi". Quei dati su conti e redditi Per rispondere a questa affermazione toccherebbe mettersi d' accordo sulle cifre. La legge di stabilità prevede, infatti, una stretta sulla rivalutazione degli assegni di chi percepisce più di 1522 euro netti. E una cifra simile parrebbe normalissima per una persona che ha versato contributi per tutta la vita. Giggino, invece, sembra considerarli pericolosi capitalisti, accumulatori seriali, perfidi Scrooge ingrassati indebitamente alle spalle della gente perbene che resta a casa a riflettere sul divano. Il problema, forse, è che il leader pentastellato fatica a collegare i benefit garantiti dal sistema previdenziale al lavoro svolto, probabilmente perché si tratta di un concetto a lui totalmente estraneo. I RICORSI Punto tre: «Taglio alle pensioni d' oro? Vero!». M5S festeggia, ma la questione è tutt' altro che chiusa. La scure del governo è effettivamente calata, ma bisogna vedere se servirà a qualcosa o se invece i giudici non faranno a pezzi il traballante impianto della norma. I rischi che ciò accada sul piano costituzionale non sono pochi, perché la tagliola non fa differenze fra le somme calcolate con il metodo contributivo e quelle che arrivano dal sistema retributivo. E le associazioni di anziani interessati al provvedimento hanno già annunciato l' intenzione di presentare una selva di ricorsi. Passiamo ad altro: «Riduciamo la platea del reddito di cittadinanza? Falso!». Anche in questo caso c' è qualcosa che non torna. Le risorse stanziate inizialmente da Palazzo Chigi per questo provvedimento erano superiori di 1,9 miliardi rispetto a quanto previsto ora. Erano 9 miliardi, sono diventati 7,1. Quindi delle due una: o i soldi verranno distribuiti a meno famiglie, oppure quest' ultime percepiranno somme nettamente più basse. In ogni caso, il Movimento Cinque Stelle ha dovuto rivedere i suoi piani. Scriverlo non è follia. L'elenco di Di Maio è ancora lungo, ma a questo punto è probabile che anche il giochino abbia stufato. Meglio tornare a dedicarsi a una deprimente tombolata. di Lorenzo Mottola