Nel mirino
Giovanni Tria, altri 20 tecnici al suo ministero per fare i conti: lo hanno commissariato?
Arrivano atri venti dirigenti per rimpolpare gli organici (non proprio snelli) del ministero dell’Economia. Un emendamento alla legge di Bilancio e i relatori di maggioranza prevede proprio che «per sostenere le attività legate agli investimenti pubblici, la fattibilità delle proposte di legge e lo studio delle coperture, sarà incrementata di venti posti la dotazione organica del ministero dell’Economia». Integrare gli organici di via XX Settembre e dintorni per il ministro dell’Economia Giovanni Tria sembra una necessità. Eppure al 31 dicembre 2016 la dotazione organica del Tesoro contava la bellezza di 632 dirigenti (Ralazione della Corte dei Conti sul Costo del lavoro pubblico). Aggiungerne altri 20, dopo anni di tentativi di ridurre gli organici, non è proprio un operazione indolore. Considerando che i dirigenti di prima fascia comportano un costo economico medio di circa 100mila euro lordi l’anno ciascuno. Bruscolini, verrebbe da dire considerando che nella pubblica amministrazione lavorano quasi 3,3 milioni di persone. Leggi anche: Indiscreto: Paolo Savona riscrive la manovra? Però l’aggiunta di organico dirigenziale al Tesoro riporta alla memoria le ruvide lamentele dei piani alti di Palazzo Chigi proprio sulla parte manageriale del Tesoro. Qualsiasi governo ha sempre “piazzato” dei propri uomini nei gangli vitali della macchina amministrativa. Averne (o meno) al ministero dell’Economia consente di individuare i capitoli di spesa, stimare l’eventuale costo di misure e provvedimenti, suggerire come rendere operativo un provvedimento politico. Certo in tempi di ristrettezze economiche c’è da chiedersi se sia il caso allargare ulteriormente la pianta organica. Tanto più che in Italia, se è vero che i governi e le maggioranze passano e tramontano, i dirigenti restano, salvo poi riposizionarsi e ricollocarsi (anche politicamente), annusando l’aria che tira. Dal testo dell’emendamento appare lampante che all’Economia i dirigenti dispoti a collaborare siano pochi. Si parla scrive chiaramente di voler individuare manager capaci di suggerire «la fattibilità delle proposte di legge e lo studio delle coperture». Come dire: fidarsi è bene, avere i propri uomini è meglio. (AN.C.)