Chiamalo "dettaglio"
Giuseppe Conte e la crisi di governo: sì, sta per cadere. La prova decisiva, in Parlamento
Tutto e subito, perché il futuro non esiste. Nella maggioranza di Lega e M5s si respira l'aria della corsa contro il tempo e una fine ineluttabile: la crisi di governo. "Lo capite cosa sta succedendo?". In sintesi, è questa la reazione della gran parte degli onorevoli della maggioranza. È Repubblica a ricordare cosa disse lo scorso 5 giugno il premier Giuseppe Conte al Senato in occasione della fiducia: "Il reddito di cittadinanza lo erogheremo in una seconda fase". Le cose ora sono due: o Conte disse una castroneria che nessuno, tra i 5 Stelle, smentì sdegnato, oppure semplicemente quello che era auspicato allora (un governo che durasse almeno il tempo di due manovre finanziarie, forte di una buona base parlamentare) non è più vero oggi, visto che i grillini lottano con il coltello tra i denti per ottenere la loro misura-bandiera e i leghisti fanno lo stesso con la Quota 100 e la riforma delle pensioni. Leggi anche: I 30 congiurati M5s pronti a scaricare Di Maio per Salvini. Ecco il loro simbolo Non c'è spazio per rinvii, perché l'unica partita da giocare è quella delle europee 2019. D'altronde, sul 2020 e sul 2021 pende già la spada di Damocle della Commissione Ue e della procedura d'infrazione che rischia di produrre i suoi frutti più amari proprio nei prossimi anni. E Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ormai è chiaro, non hanno alcuna intenzione di tenere duro e fare fronte comune, né conviene loro in termini politici o elettorali. Lo spettro di manovre ancora più lacrime e sangue, senza spazio alcuno per promesse impegnative come quelle esibite a marzo, e ancor peggio di un quadro generale di recessione economica per tutta l'Eurozona, pesano come un'ipoteca sulla squadra di Conte. E il cambio di peso politico, con il sorpasso della Lega sui 5 Stelle e nuovi orizzonti strategici, non aiuta di certo.