Zoltan Kovacs, il portavoce di Orban a Pietro Senaldi: "L'Ue non è democratica, tutta la verità sull'euro"
«L' apertura della procedura d' infrazione nei vostri confronti da parte della Ue è una decisione politica» esordisce Zoltan Kovacs, portavoce del governo ungherese di Viktor Orban, in visita in questi giorni a Roma. L' Italia con la nuova manovra porterà il debito pubblico al 2,4% del Pil, e perciò sarà sanzionata, malgrado i parametri di Maastricht consentano un rapporto del 3% e nonostante anche il governo Gentiloni abbia chiuso, impunito, l' esercizio al 2,4%. «Noi ungheresi» prosegue Zoltan «commentiamo raramente le vicende di altre nazioni però mi sembra evidente che sulla vostra finanziaria la Ue si sarebbe dovuta limitare a una valutazione tecnica, procedurale, invece ha espresso un giudizio politico». Pensa che il governo italiano sbagli a sfidare apertamente la Ue? «Noi in Ungheria non abbiamo la sensazione che l' Italia stia sfidando la Ue ma semplicemente che stia difendendo i propri interessi e diritti». Anche l' Ungheria rischia una sanzione comunitaria «Bruxelles ci contesta la nostra politica migratoria delle frontiere chiuse, ma anche in questo caso si tratta di un' intromissione nella gestione interna dei nostri affari che non compete alla Ue». L' Italia minaccia di non versare i 30 miliardi annui di stanziamento alla Ue, se la procedura d' infrazione andasse avanti, anche voi pensate di fare lo stesso? «È un discorso prematuro. Noi pensiamo di essere nel giusto e quindi confidiamo che le sanzioni non arriveranno». Vi accusano di essere poco democratici «Sono stupidaggini. Il governo Orbàn ha una maggioranza di due terzi mentre l' Europa di fatto è retta da Merkel e Macron che in patria sono ai minimi della popolarità. Trovo curioso che chi non è apprezzato a casa sua si permetta di sindacare sulla democraticità di chi ha consenso. Forse è l' Europa ad avere problemi di democrazia». Abbiamo una Ue autoritaria? «Preferisco dire non del tutto democratica, basta pensare che chi detiene il vero potere a Bruxelles non è stato eletto. Ho la sensazione che ci sia una Ue di serie A, con Parigi, Berlino e i loro Paesi satelliti, e una Ue di serie B, con gli Stati dell' Est e del Sud. Basta pensare che quando è stato fatto notare a Juncker che Macron aumentava il rapporto debito/Pil il presidente della Commissione ha risposto: "Ma quella è la Francia". Inaccettabile. Comunque le elezioni di maggio segneranno un giro di boa, le cose cambieranno». I sondaggi dicono che i sovranisti non diventeranno maggioranza «Chi può dirlo? Qualcuno avrebbe immaginato il 3 marzo un governo gialloverde in Italia?». Orban siede ancora nel Ppe: perché non andate nel gruppo sovranista? «Noi sediamo dove siamo sempre stati , e per il momento non ci muoviamo. Comunque prevedo una débâcle elettorale per il Pse e il Liberali e una buona affermazione dei sovranisti». Se Salvini si candidasse alla presidenza della Commissione lo sosterreste? «Sono discorsi da fare dopo il voto. Certo noi lavoriamo per un' alleanza Ppe-sovranisti e l' Ungheria avrà un nutrito drappello di parlamentari popolari a maggio. Potremmo anche essere il gruppo nazionale più numeroso». Per quale Europa lavorate? «Per una Confederazione che rispetti l' autonomia e l' identità di ciascuno Stato. Ogni cessione di sovranità deve avvenire a condizione di reciprocità e comunque non possono mai essere messe in discussione le scelte economiche, di immigrazione e interne di un Paese». Le forze al potere in Europa sostengono che i sovranisti finiranno per litigare tra loro e che il nazionalismo ha portato l' Europa a continue guerre «La democrazia è diversità. Noi avversiamo un' Europa unica e globalista, vogliamo una cartina europea con tanti colori. Le nazioni e la competizione hanno portato l' Europa a essere il faro del mondo per secoli. L' Unione, con la sua svolta globalista, ha portato la crisi». Si parla di un ritorno degli anni Trenta in Italia e nell' Est europeo «Sono ancora stupidaggini, per non dire di peggio. Le élite di sinistra e sedicenti liberali non riescono a rispondere alle domande dei cittadini, un po' perché non vogliono cambiare, un po' perché hanno creato un mostro burocratico incapace di ascoltare e agire, e reagiscono insultando, creando loro dei muri. Ma è una strada senza uscita, avanti così sono destinate a soccombere, e comunque a queste condizioni il dialogo con loro è impossibile». C' è una guerra economica in corso in Europa? «Certo, Unione o non Unione, ciascuno Stato pensa prevalentemente ai fatti suoi. Io non sono contrario a questo però le regole devono essere uguali per tutti. Invece l' Italia e l' Ungheria, che le rispettano, vengono sanzionate e Francia e Germania, che le violano, no. Credo che l' Italia debba osservare le norme comunitarie, ma esse vanno cambiate: bisogna riscriverle in modo che rispettarle sia possibile, cosa che oggi non è, e poi vanno applicate in maniera identica a tutti». E se l' Italia sforasse? «Penso che l' Italia possa fare una buona manovra senza sforare, magari tagliando. Noi abbiamo rilanciato il Paese osservando le norme comunitarie». Ma l' Ungheria non ha l' euro «Certo, con l' euro il boom economico ungherese sarebbe stato impossibile, troppe regole, troppi vincoli. Il regolamento comunitario impone anche a noi di entrare nell' euro, ma lo faremo solo quando saremo pronti, ci saranno nuove regole e avremo garanzie dall' Europa». di Pietro Senaldi