L'intervista a Libero
Catello Vitiello, parla a Libero il grillino che fa tremare il governo: "Mi ha contattato la Lega"
«Nessuna vendetta o rivincita. Io sono un tecnico, un avvocato penalista. Ho fatto quello che credevo giusto». Catello Vitiello, l' uomo dell' emendamento che ha fatto terremotare la maggioranza, si muove tra le crepe provocate con la leggerezza di uno spettatore estraneo. Eletto nel M5S ed espulso ancora prima che la sua elezione fosse proclamata, per via della sua affiliazione a una loggia massonica, ora è nel gruppo Misto, componente Maie, insieme ad altri sei grillini espulsi. Leggi anche: M5s "la ferita più grande". Catello Vitiello, il deputato "grillino" dietro l'imboscata Lega alla Camera Cosa prevede il suo emendamento? «Riforma l' articolo del codice penale sull' abuso di ufficio. Molte sentenze della Cassazione hanno ritenuto che il peculato per distrazione dovesse essere considerato un abuso d' ufficio qualificato. Il mio emendamento propone di sposare questa linea interpretativa». In pratica depenalizza il peculato. «Semplicemente faccio mia l' interpretazione della giurisprudenza». Fatto sta che ha innescato una bomba politica... «Ho presentato un emendamento come tutti gli altri». Però il suo ha fatto andare sotto la maggioranza. Dica la verità, si era messo d' accordo con qualcuno della Lega? «Ma no. Io capisco che ha avuto un effetto politico. Ma mi ci sono trovato in mezzo». Dica la verità: nessuno della Lega l' ha avvicinato? «Solo dopo. Ho presentato quell' emendamento in coscienza». Però era emendamento-fotocopia di quello presentato dalla Lega in commissione e bocciato. «No, il loro era simile ma non uguale: proponeva di affievolire il peculato. Era totalmente sballato. Il mio è diverso». Torniamo al momento del fattaccio. Passa l' emendamento e cosa succede? «Gridavano tutti. Poi sono venuti in tanti a chiedermi di cosa si trattava. In Aula succede che passa un emendamento e non si sa di cosa si tratta». Però è stata una bella rivincita nei confronti del M5S. «Non la vivo come una rivincita. È vero, non mi hanno trattato bene. Ma fa parte del gioco politico. Io sono un tecnico, per me è un onore essere in Parlamento». Perché secondo lei in tanti hanno votato il suo emendamento? «Possono esserci tante motivazioni: l' interesse specifico, quello politico di mandare un segnale al governo o anche una congiuntura». Cosa pensa della maggioranza? «Fino a ieri mi sembrava molto solida. Dopo ieri molto meno». Sta di fatto che il suo emendamento ha scoperchiato un malessere molto profondo. «Io credo ci sia un malessere generale rispetto a questo provvedimento. Abbiamo fatto tante audizioni in commissione e nessuno, dico nessuno, ha parlato bene di questo disegno di legge. Sia dal punto di vista dei reati che sono modificati, sia per l' emendamento sulla prescrizione». Le hanno dato del traditore? «Gli insulti ci sono nei social. Ma qui, no». Si sente in colpa per essere stato la causa di una situazione che porta la maggioranza sull' orlo di una crisi? «No. Quando uno in scienza e coscienza fa qualcosa, non può sentirsi in colpa». di Elisa Calessi