Beghe azzurre

Pdl, chi pressa Alfano: "Rompi con Berlusconi"

Andrea Tempestini

Falchi contro colombe. Lo scontro che sta monopolizzando la recente storia del Pdl, gli ultimi giorni del partito prima del ritorno a Forza Italia. Dopo l'Ufficio di presidenza in cui Silvio Berlusconi ha azzerato le cariche e, di fatto, ripreso il controllo del partito, la situazione è tesissima. Il Cav ha restituito (e con gli interessi) lo schiaffo preso da Angelino Alfano con la fiducia a Enrico Letta. Ma i due, pur molto lontani sulla linea politica da seguire, non vogliono rompere. C'è invece chi, però, lavora ai fianchi di entrambi e accelera sulla rottura. Le pressioni - Nel dettaglio, su Alfano c'è una pattugli azzurra che continua a esercitare pressione: da Roberto Formigoni a Carlo Giovanardi continuano a dirgli che il rischio è di finire nella terra di mezzo, come Gianfranco Fini. Queste colombe invocano una "exit strategy" precisa, che prevede il sostegno al governo fino al 2015 l'addio a Berlusconi. Formigoni ha provato anche ad arruolare Renato Schifani, più vicino alle posizioni di Alfano, che ha però "declinato" l'invito, spiegando: "Io sono un ricucitore". Il più attivo è proprio l'ex governatore lombardo, che ha annunciato che "gli alfaniani hanno superato quota 40 senatori". Fuoco sul governo - Dall'altro lato, i lealisti, i falchi. Nella giornata di domenica una pioggia di dichiarazioni antigovernative. Duro Sandro Bondi, secondo il quale il Pd "non vuole partecipare alla pacificazione", e dunque tutti i ministri "a partire dall'amico Alfano non tarderanno a riconoscere e constatare che l'attuale forma di governo non ha prospettive". Sulla stessa linea d'onda Renato Brunetta: "I ministri Pdl non possono fare come se i diritti politici di Berlusconi non li rigardarssero". Dai falchi piovono ultimatum a ministri e governo: anche loro vogliono la rottura immediata, ma delle larghe intese. Il dialogo - Sullo sfondo l'uomo che, tutt'ora, ha l'ultima parola: Silvio Berlusconi. Nonostante le pressioni dei falchi, non ha affatto interrotto il dialogo con Angelino Alfano. Il Cav cerca l'unità, anche se la missione è difficile, quasi impossibile. Se Berlusconi dovesse alla fine decidere di abbandonare il governo, Alfano si troverebbe di fronte all'ennesimo, e difficilissmo, bivio: seguire il leader oppure andare per la sua strada e rompere, forse, per sempre?