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Migranti: Sala, rispondere a chi ha paura, sinistra non gridi a fascisti
Milano, 3 nov. (AdnKronos) - "Se non affrontiamo le paure e i bisogni dei nostri concittadini, come sinistra resteremo al 15%. Ci sarà pure una via di mezzo tra Salvini che dice 'chiudiamo i porti' e la sinistra che per anni ha detto 'siamo tutti fratelli'". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in una intervista a 'Il Fatto Quotidiano', interviene sulla questione di migranti, evidenziando che "quelli che arrivano dall' Africa partono da un 'tessuto' diverso dal nostro. Se non integrati, hanno più facilità a ritrovarsi per strada e quindi a delinquere. Io non ho tessere di partito, ho 60 anni e non devo fare carriera. Da cattolico, la solidarietà e l' accoglienza sono parte del mio vissuto". Quel che è certo, secondo il primo cittadino di Milano, è che "serve un piano nazionale per l' integrazione, servono fondi e impegno". "C'è ancora tanto lavoro nel nostro Paese. Ma certi mestieri - tiene a sottolineare Sala in un passaggio dell'intervista - i nostri figli non vogliono farli. A Milano il 19% dei residenti è di origine straniera. Senza gli immigrati la città si ferma. Il 30-40 per cento dei bar sono gestiti dai cinesi, la metà delle pizzerie dagli egiziani, per non parlare delle badanti. In Lombardia gli imprenditori extracomunitari sono 114 mila. Bisogna, lo dico da manager, connettere domanda e offerta. Non possiamo per anni solo parcheggiare chi arriva e spendere soldi, e basta. Salvini dice 'riporto 600 mila immigrati a casa loro': in media rimpatriamo 20 mila persone all' anno. Quando iniziamo - domanda - a chiedere conto di tutte queste balle?".