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Tap, Giuseppe Conte scudo umano per il M5s: "Se dovete dare una colpa, datela a me"
Giuseppe Conte salva ancora una volta, o almeno ci prova, l'esecutivo gialloverde: "Ho detto l'altro giorno che adesso è arrivato il momento di metterci la faccia e lo sto facendo io personalmente, a nome del governo. Mi dispiace, peraltro, che i parlamentari pugliesi siano stati criticati e contestati. Sono reazioni che mi sembrano a dir poco ingenerose. Sono stato personalmente testimone dell'appassionato e infaticabile impegno che hanno profuso, in tutti questi mesi, al fine di mantenere la parola assunta con i propri elettori. Se colpa deve essere, attribuitela a me". Rispondeva così il premier, dopo che i No Tap protestavano ieri, domenica 28 ottobre, in Puglia per l'avvio della realizzazione del gasdotto trans-adriatico. Leggi anche: Tap, ecco come hanno reagito i grillini "Dimettetevi traditori" gridavano, mentre Luigi Di Maio definiva il governo "obbligato a dare inizio ai lavori, a causa delle pesantissime sanzioni che gravano sulla mancata costruzione". Una situazione parecchio complicata che solo Conte poteva placare: "Il complesso delle verifiche effettuate non ci offre alcuna possibilità di impedire la realizzazione del progetto Tap: allo stato, non sono emerse illegittimità o irregolarità dell'iter procedurale". E ha continuato: "Sul progetto mi sono impegnato a far riesaminare tutti i procedimenti autorizzativi e le varie deliberazioni sin qui adottate, in modo da far risaltare eventuali profili di illegittimità. Avendo studiato subito nei dettagli il progetto, infatti, ho compreso da subito che questa era l'unica strada percorribile per impedire la realizzazione del progetto. Diversamente, lo Stato italiano si sarebbe ritrovato nella impossibilità di porre in discussione la realizzazione di una infrastruttura che lo avrebbe esposto a pretese risarcitorie insostenibili per il pubblico erario".