A Porta a porta
Paolo Savona da falco ad agnellino: "Se lo spread ci sfugge, la manovra va cambiata"
Sono passati quattro mesi (e non quattro anni) da quando (era la fine di maggio) Paolo Savona tuonava contro l'Europa e l'euro. Anche per quello, dopo un tira e molla estenuante con il Quirinale, colui che Salvini e Di Maio (sopratutto Salvini) volevano come ministro dell'Economia fu retrocesso a ministro dei Rapporti con la Ue. Si temeva che con lui al Ministero dell'Economia nella peggiore delle ipotesi l'Italia uscisse dall'euro. E che nella migliore il Mef sfornasse una manovra economica "kamikaze" che co avrebbe messo contro mercati, spread, agenzie di rating. Insomma, si temeva l'innesco del cosiddetto "golpe finanziario". Per questo, Mattarella riuscì a imporre il più mite Giovanni Tria, forse troppo mite per il modo in cui è capitolato sul rapporto deficit/Pil rispetto a quelle che erano le due dichiarate convinzioni e dichiarazioni in tema di debito pubblico e tasse. Ora che il golpe finanziario si para all'orizzonte, Bruno Vespa ha calato l'asso chiamando a "Porta a Porta" proprio Paolo Savona. Il quale, come un Mario Monti qualsiasi, ha dichiarato papale papale che "se ci sfugge lo spread deve cambiare la manovra", sputtanando in qualche istante tutta la linea della fermezza che Di Maio e Conte erano fin qui riusciti a ostentare. Ci mancava solo un "ce lo chiede l'Europa"... Leggi anche: Paolo Savona, Augusto Minzolini: "E' il dottor stranamore della ridicola guerra italiana in Europa"