Carroccio al top
Matteo Salvini, il leghista massacra i grillini e si prende i loro voti: sondaggio da godere
Matteo Salvini, letti gli ultimi sondaggi, sembra aver messo nel mirino il Movimento Cinquestelle. Nei prossimi mesi sarà quello il terreno di caccia del leader leghista e vicepremier. Del resto i numeri parlano chiaro: secondo uno studio che la Ixè ha svolto per l' Huffington Post, nella sua ascesa continua la Lega, dopo aver saccheggiato Forza Italia e (solo in parte) Fratelli d' Italia, adesso pesca voti (circa il 10%) dagli elettori del Movimento Cinquestelle. Leggi anche: Sondaggio Ixé, quanti voti Salvini ha "rubato" a Di Maio Così l' assalto al tesoretto pentastellato è partito ieri quando, ospite di Giorgia Meloni ad Atreju 2018, Salvini ha prima lisciato il pelo al suo omologo Di Maio («è una persona seria, insieme a lui lavoro bene») e poi ha avvertito il Movimento che «ci sono esponenti Cinquestelle che creano problemi», un chiaro riferimento al presidente della Camera Roberto Fico, citato poco dopo, quando parlando del governo spiega: «Ho firmato un contratto che dura cinque anni e lo voglio rispettare. Poi siamo nelle mani di Dio e, scendendo più in basso, in quelle di Fico...». Le punzecchiature più pesanti al Movimento, però, Salvini le riserva a Virginia Raggi e al reddito di cittadinanza. Il primo ad essere preso di mira è il sindaco di Roma, lo stesso che Salvini sostenne (non ufficialmente) al ballottaggio, accordandogli una sorta di apertura di credito. Due anni dopo, però, dal leader della Lega arriva la stroncatura: «Sinceramente da lei mi aspettavo di più, come tanti cittadini e tanti romani. Girare in macchina per le strade di Roma è come fare un rally. Non occorre essere uno scienziato per capire che la città potrebbe essere più bella e più pulita». Frasi alle quali la Raggi ha replicato immediatamente: «Salvini trova traffico poiché abbiamo sbloccato 150 milioni di cantieri per opere in città. Si sta lavorando per rimediare a 20 anni di mancata manutenzione e di vuoto». Chiuso il capitolo Roma, Salvini ha puntato dritto sul marchio di fabbrica dei Cinquestelle: il reddito di cittadinanza. «Noi abbiamo chiesto che questa misura fosse limitata nel tempo e fosse davvero una misura per reinserire chi è stato espulso dal lavoro», avverte il leader della Lega: «Se invece è un reddito di "divananza" no, perché ce n' è già troppa di gente pagata per stare sul divano. Ad oggi ci sono ancora dei punti di distanza con il M5S». Anche sulla candidatura olimpica dell' Italia per il 2026 Salvini lancia un messaggio al ministro pentastellato Danilo Toninelli (che si è detto pronto ad appoggiare Torino, ma non Milano e Cortina) e al sindaco di Torino Chiara Appendino (chi è sfilata dalla corsa): «Se il governo era disposta a fare la sua parte con tre, non vedo perché non dovrebbe farlo con due. Qualcuno (la sindaca di Torino, ndr) ha avuto paura e ritengo abbia sbagliato. Farò di tutto perché queste Olimpiadi italiane ci siano». Il vicepremier ha parlato poi del futuro del governo e di come avrebbe potuto essere la compagine di governo, con tanto di attacco al partito di Silvio Berlusconi: «Per me il governo poteva essere allargato al partito di Giorgia Meloni, ma non a Forza Italia perché con FdI abbiamo condiviso battaglie e valori». E ancora: «L' accordo siglato con Berlusconi? Nessun doppio forno: si tratta di un' alleanza a livello locale». Parole che hanno indispettito molti colonnelli azzurri, ma non Silvio Berlusconi che, intercettato a Fiuggi per partecipare alla kermesse di Antonio Tajani, ha preferito una replica morbida: «Salvini deve tenere rapporti con l' altra parte, quindi bisogna capirlo», frenando sul nascere polemiche in questo momento indesiderate. Chiusura sull' Europa che «sull' immigrazione deve smettere di rompere le palle a governi eletti dai propri cittadini. Se avessi rispettato le loro regole ne sarebbero arrivati 150 mila anche quest' anno. Le sanzioni all' Ungheria di Orban? Direi che il nostro governo non potrà sostenerle». di Fabio Rubini