Interventismo
Quirinale, vertice sulla riforma elettorale. La Lega Nord: "Inaudito"
Lo chiamano "Re Giorgio". E' il presidente della Repubblica, Napolitano, l'inquilino del Colle che dell'interventismo ha fatto la sua cifra politica. Ed eccoci all'ultimo, emblematico, caso: un vertice sulle riforme elettorali, al Quirinale, convocato dal presidente della Repubblica in persona. E' successo nella mattinata di oggi, giovedì 24 ottobre, e la notizia è filtrata nel pomeriggio. Al cospetto di Re Giorgio i ministri Dario Franceschini e Gaetano Quagliariello, nonchè i capigruppo di maggioranza al Senato e il presidente della Commissione permanente affari costituzionali del Senato, ossia Anna Finocchiaro. Un incontro decisamente inusuale e irrituale. Da che l'Italia è una Repubblica, infatti, le leggi sono di stretta competenza Parlamentare. Eppure, al tempo di Napolitano, capita anche che la prima carica istituzionale "si sporchi le mani" con le riforme. La notizia del vertice ha scatenato la violenta reazione della Lega Nord. "Ritengo inaccettabile, inaudito e assolutamente non previsto dalla Costituzione il vertice di maggioranza che di fatto ha convocato oggi il presidente Napolitano al Quirinale", ha dichiarato Roberto Calderoli. "Lui - insiste - deve essere il presidente di tutti e non di maggioranza, e non spetta certo a lui convocare vertici di maggioranza soprattutto in relazione a una materia squisitamente parlamentare come la materia elettorale". Napolitano, soltanto ieri, parlando alla conferenza dell'Anci era tornato a insistere sull'approvazione delle riforme istituzionali entro il 2014, per prima proprio la cancellazione del Porcellum. Dopo le accuse della Lega, Franceschini si è difeso negando il fatto che la presenza del governo al vertice quirinalizio fosse legata a un'iniziativa dell'esecutivo sulla riforma: "Eravamo lì in veste di ministri competenti. Non c'è iniziativa del governo. La riforma elettorale è materia parlamentare". In serata dagli ambienti del Qurinale si è saputo che Napolitano ha intenzione di convocare nei prossimi giorni e nelle modalità più opportune anche i leader delle opposizioni per discutere delle riforme che sono all'esame del Parlamento. L'intento del Presidente, come sempre in caso di cambiamenti istituzionali, è quello di cercare massima concordia tra tutte le componenti, senza dover andare avanti a colpi di maggioranza.