Accanimento giudiziario
Compravendita senatori, Berlusconi: "Me l'aspettavo, assedio sena fine"
"Me l'aspettavo". Silvio Berlusconi è amareggiato dopo che il gup di Napoli lo ha rinviato a giudizio per la compravendita di senatori con l'accusa di corruzione. I magistrati hanno creduto a Sergio De Gregrorio, l'ex senatore Idv che ha puntato il dito contro Silvio accusandolo di avergli offerto del denaro per far cadere nel 2006 il governo Prodi. "Sono accerchiato, nessun governo di larghe intese, nessun atteggiamento responsabile servira' mai a bloccare l'accanimento nei miei confronti", e' la riflessione a caldo dell'ex premier, tentato nuovamente da mandare tutto all'aria. Insomma a palazzo Grazioli tira aria di tempesta. Tornato a Roma per cercare di sanare le ferite di un Pdl sempre più spaccatto tra falchi, colombe e lealisti, il Cav ha appreso la notizia del rinvio a giudizio nella sua residenza privata nella capitale. "Mi sento isolato" - Il Cavaliere si sente 'isolato', avverte di non avere piu' dietro le spalle la 'copertura' compatta di tutto il partito, e proprio per questo le procure lanciano la sfida finale, ha confidato a un interlocutore incontrato nel pomeriggio. Così il Cav si sente con le spalle al muro e punta il dito contro il suo partito. "Mi danno gia' per sconfitto, finito, estromesso dalla politica e pensano gia' a spartirsi il bottino". Parole e riflessioni dure, quelle dell'ex premier, confidate ad alcuni fedelissimi, che travolgono tutti, sia le colombe che i falchi. Per il Cav resta l'incubo dell'arresto. Assedio senza fine - L'assedio giudiziario senza fine si intreccia con il voto sulla decadenza da palazzo Madama. "Un minuto dopo aver lasciato il Senato chiunque può emettere un ordine di cattura", è questa in sintesi il timore principale di Berlusconi. " vogliono farmi fuori a tutti i costi, mi chiedo dove vogliano arrivare e cosa dovro' aspettarmi ancora... Ormai le procure hanno lanciato la sfida finale contro di me. Mi sento accerchiato", avrebbe detto il Cav ai suoi. Letta rischia - "Non c'e' nessun governo di larghe intese che tenga, sono stato sempre responsabile e leale con tutti, e mi ripagano cosi", si sarebbe sfogato. Secondo alcune indiscrezioni di palazzo Grazioli, il Cav sarebbe tentato ancora una volta di far saltare il governo. Ma la prudenza delle colombe e degli alfaniani sembra per ora averlo calmato. L'inchiesta di Napoli fa paura, come la vicenda Ruby. I legali dell'ex premier si aspettavano questa ulteriore tegola giudiziaria, ma preoccupa l'accoglimento della richiesta di patteggiamento a 20 mesi di Sergio De Gregorio, che vale come prova. Il Pdl va su tutte le furie e gli avvocati Niccolo' Ghedini e Michele Cerabona parlano di ''decisione davvero straordinaria, visto che solo pochi mesi or sono, lo stesso ufficio gip, con diverso giudice, aveva stabilito la improcedibilita' del richiesto giudizio immediato rilevando insussistente l'ipotesi corruttiva. Oggi, invece, sugli stessi elementi viene fissato il giudizio''. "Resterà leader del Pdl" - Intanto il Pdl si mobilita. Renato Schifani ha capito, anche lui, la strategia delle toghe: "Milano chiama, Napoli risponde. L'accerchiamento giudiziario sul presidente Berlusconi continua, senza esclusione di colpi". Ma avverte: "L'obiettivo pero' non sara' raggiunto. Gli siamo ancora piu' vicini in questo particolare momento. Nessuno si illuda, Silvio Berlusconi restera' a lungo il leader del centrodestra e della maggioranza degli italiani'.