Giggino spacciato
Tav, lo schiaffo di Beppe Grillo a Luigi Di Maio: chi sono i fedelissimi che lo faranno fuori
Da giorni Luigi Di Maio sta provando a fare salti mortali per tenere a bada gli alleati della Lega inviperiti dopo le minacce di stop al cantiere della Tav Torino-Lione. Non bastava l'irritazione del governo francese, che rischia di perdere miliardi per i capricci italiani, e di Bruxelles, che aspetta la conclusione di quel progetto da tempo. A tormentare il sonno del vicepremier grillino c'è il mondo leghista da sempre a favore delle grandi opere, Tav in testa. E c'è anche la fronda interna grillina di irriducibili, in particolare al Senato, che non vedono l'ora di accogliere in aula la proposta di revisione del progetto per far saltare il banco del governo. Leggi anche: Rai, accordo sulle nomine: chi piazzano in viale Mazzini leghisti e grillini L'idea di Di Maio è di prendere tempo fino al prossimo novembre, nel frattempo secondo la Stampa, ha dato mandato ai tecnici di valutare costi e benefici di una rescissione del contratto, tenendo in considerazione le penali miliardarie che l'Italia si ritroverà a pagare. E mentre il governo si candida a una sicura figuraccia internazionale in caso di stop al cantiere, i NoTav grillini in Senato gonfiano il petto dopo che lo stesso Beppe Grillo sul suo blog ha confermato la linea più folle:"La Tav è un progetto vecchio e ormai anacronistico - ha detto il comico - Sarà la mazzata finale all'economia piemontese". Un bel ceffone in faccia a Di Maio, sempre più stella cadente tra gli attivisti grillini, soprattutto quelli storici ancorati al mondo della sinistra. Grillo così recupera posizioni nella classifica di popolarità grillina, lo sta seguendo a ruota la sindaca di Roma Virginia Raggi e manca poco perché si aggreghi anche quella di Torino, Chiara Appendino, da sempre contraria alla Tav. Dietro la posizione di Grillo però non ci sarebbero né valutazioni tecnico-ingegneristiche, né tanto meno economiche: la strategia è contrastare la Lega e Salvini, le elezioni europee si avvicinano e un tonfo rispetto all'alleato leghista non è assolutamente concepibile nei piani del fondatore del Movimento.