Verso lo scontro interno

Silvio Berlusconi, la profezia tragica di Marcello Pera: "Il prossimo leader di Forza Italia oggi ha 12 anni"

Giulio Bucchi

Ma è proprio sicura che vogliamo parlare? Qui c' è solo da piangere... Sicurissima. Partiamo subito: come vede Forza Italia?  «C' è una crisi che si aggrava e che purtroppo si sposa con la crisi omologa del Pd. E questo è un grande problema perché mancano all' appello due forze politiche moderate che potevano contrastare questo fenomeno di destra e dei grillini». (Marcello Pera, ex presidente del Senato, filosofo, è stato tra i fondatori di Forza Italia e senatore dal 1996).  Per venti anni Forza Italia e i vari partiti di sinistra sono stati l' architrave del sistema politico. Ora sia Fi che Pd sono marginali. Come mai?  «Per la sinistra c' è sicuramente un problema europeo. È in crisi dappertutto, non ha parole adeguate alla nuova situazione. Per Fi la crisi è anteriore, deriva da una mancanza di definizione di un movimento che è rimasto prevalentemente berlusconiano». Ma qui siamo a un collasso. Si può spiegare solo con incapacità interne?  «Sia l' uno che l' altro hanno promesso delle rivoluzioni. Uno quella liberale, l' altro quella socialista. Non sono state fatte. E le rivoluzioni fallite danno vita a contro-rivoluzioni. Ora, infatti, c' è l' alleanza tra giacobini meridionali e populisti padani». Se lo sarebbe aspettato un cambiamento del genere?  «No. Avevo lavorato affinché si facesse un' alleanza tra un partito moderato di centrodestra e uno di sinistra liberale. La prima occasione fu il patto del Nazareno. Quando si è rotto tutti e due i partiti sono entrati in crisi». Secondo lei poteva reggere il patto del Nazareno?  «Sono stato tra quelli, insieme a Guliano Urbani, che si erano adoperati per tenerlo in piedi ed evitare questo esito. Abbiamo speso tempo, energie. Ma sono stati fatti una serie di errori incredibili». Ne dica uno.  «Renzi non ha capito che montava una rivolta contro di lui, Berlusconi ha pensato che avrebbe avvantaggiato lui e invece ha favorito terzi». L' alleanza tra "giacobini e populisti" è provvisoria o durerà?  «Io penso sia provvisoria perché sono diverse le basi sociali e gli interessi. I giacobini meridionali vogliono l' assegno di sostentamento, i padani più libertà». Questo governo arriverà a fine legislatura?  «Penso sia programmato per durare fino alle elezioni europee». E poi?  «È possibile che Salvini assorba buona parte di Fi, del resto l' assorbimento è in corso. La stessa classe dirigente azzurra, vedi Toti, seguirà l' onda Salvini. E Fi rischierà di sparire». La via è segnata?  «L' unica novità che potrebbe esserci è se, cambiando dirigenti, l' elettorato di Forza Italia e quello di Renzi si mettono insieme». Non è un' utopia?  «Non parlo dei partiti: Pd e Fi non sono compatibili, ma gli elettorati sì». Servirebbe un nuovo soggetto.  «Sì. Oggi sarebbe un' opposizione responsabile, domani l' alternativa». Toti ha proposto che il Ppe si apra ai partiti cosiddetti populisti. Ha ragione?  «Non credo lo possano fare, le loro opinioni sono divergenti. Dovrebbe accadere che, al pieno del successo, Salvini chieda di entrare nel Ppe. Non mi pare il suo disegno. La proposta di Toti è un altro modo per dire mascheriamoci e entriamo nella Lega». Berlusconi ha annunciato un rinnovamento e fatto alcune nomine.  «Tentativo generoso, ma insufficiente. Quello che non accade è che Forza Italia diventi un partito scalabile, con una lotta politica interna. Questa lotta, ora, si manifesta con il fatto che alcuni se ne vanno silenziosamente. Con tutto il rispetto non posso pensare che Galliani sia il capo di un partito. E dire Tajani è dire Berlusconi». Perché Berlusconi non accetta di fare un partito vero?  «Perché lo considera cosa sua. Solo che arriva un momento in cui partiti devono camminare con le loro gambe. Dubito arriverà in Fi. Ma c' è un elettorato moderato che non riesce a essere rappresentato politicamente». Ma è sicuro che esista ancora? Oggi i moderati votano Lega o M5S.  «Sono i moderati delusi che, per disperazione, si sono consegnati a una alternativa giacobina o nazionalista. Io credo ce ne siano tanti di più che non sanno per chi votare. O votano un giorno una cosa, un giorno un' altra. Ma questa situazione non è solo colpa di Berlusconi». Di chi?  «Hanno provato a disarcionarlo per via giudiziaria, europea. Ci ricordiamo tutti di Sarkozy, dello spread». È possibile che il centrodestra torni alla guida del Paese?  «Forza Italia non avrà più la maggioranza, rispetto alla Lega. Quelli che Andreotti chiamava "voti in libera uscita" poi non rientrano più». Da dove verrà il leader dei moderati?  «Poteva venire dal Pd, da Renzi, ma si è messo a litigare coi Bersani e i D' Alema anziché fare un partito suo. O può venire da Fi. Ma parliamo di un signore che oggi avrà 10 o 12 anni». di Elisa Calessi