Retroscena quirinalizio

Conte stava per far saltare tutto, poi il ministro Moavero... Italia fregata di nuovo, c'è lo zampino di Mattarella

Giulio Bucchi

C'è lo zampino di Sergio Mattarella nel deludente, per certi versi umiliante esito del vertice europeo di Bruxelles sull'immigrazione. A tardissima notte di giovedì, Giuseppe Conte ha tra le mani la bozza dell'accordo stravolta dopo l'intervento a suon di veti del gruppo di Visegrad. Quel termine "volontarietà", di fatto rischia di far saltare la "solidarietà" comunitaria che imporrebbe ai paesi di creare dei centri di identificazione sul proprio territorio. L'Italia è e resterà da sola, insieme a Spagna e Grecia. Una brutta botta che fa vacillare il premier italiano. Leggi anche: La firma di Paolo Savona sul documento di Conte. A Macron saltano le coronarie Secondo un retroscena del Messaggero, la tentazione è forte: "Cosa facciamo? Mandiamo tutto all'aria, bocciamo il documento finale e facciamo saltare il vertice? Oppure accettiamo e ci accontentiamo di ciò che abbiamo incassato?", è la domanda che pone ai suoi collaboratori. Tra questi il più ascoltato è ovviamente il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, "principale interfaccia di Sergio Mattarella per la tenuta della tradizionale linea europeista", come giustamente sottolinea il quotidiano romano. Risposta del ministro quirinalizio: "Ci vuole saggezza, bisogna ricordarsi che spesso il meglio è il nemico del bene. Avrebbe senso rigettare il documento se ci fossero scritte cose per noi inaccettabili. Ma così non è. E non è ragionevole mandare tutto all'aria perché avremmo voluto ottenere di più". È il segnale, anche del Colle: questo accordo s'ha da fare, anche se di fatto rappresenta l'ennesima fregatura per l'Italia.