Stop al decreto dignità

Retroscena-bomba sul governo, sgambetto a Di Maio. L'asse tra Salvini e Tria, così salta tutto

Giulio Bucchi

È il primo vero caso politico dentro il governo. Il "decreto dignità" di Luigi Di Maio non passa e secondo un retroscena della Stampa dietro lo stop nel Consiglio dei ministri ci sarebbe l'asse formato tra il ministro dell'Economia Giovanni Tria, tecnico preoccupatissimo dalle coperture e dai conti (che non tornano) da presentare all'Unione europea, e Matteo Salvini, leader della Lega e vicepremier. Non è un dettaglio da poco, perché per Di Maio questo era il primo provvedimento concreto da presentare all'opinione pubblica da ministro del Lavoro. Leggi anche: Il drammatico sospetto del M5s sul "ministro infiltrato" Un brutto colpo mascherato da "semplice battuta d'arresto". Di Maio cade dal pero: il decreto, spiega "sta facendo il giro delle Sette Chiese, tra bollinature e cose che sto scoprendo solo adesso, ma il testo è pronto. Deve essere solo vidimato dai mille e uno organi di questo paese". Il provvedimento, giurano dal M5s, sarà varato lunedì o martedì prossimi. Ma ci sarebbero non solo problemi burocratici e di copertura, ma anche di sostanza, con misure come quelle sulla stretta dei contratti a tempo determinato che preoccupano Confindustria, con riflessi nella Lega storicamente vicina al mondo delle piccole e medie imprese.