Fatto

Marco Travaglio, ordine a M5s e Lega: partite dalla giustizia"

Cristina Agostini

Esulta Marco Travaglio per il programma giustizialista del quasi governo Lega-M5s: "Ora, per la prima volta, l'agenda del governo si ribalta, nelle priorità e nel linguaggio. Il contratto giallo-verde stipulato da Di Maio e Salvini, con tutti i suoi limiti, eccessi, forzature e assurdità", scrive nel suo editoriale sul Fatto quotidiano, "non ha paura di parlare di più carceri e più carcere, meno prescrizioni, pene più severe e più certe (non solo per i poveracci, ma anche per evasori e corrotti), più mezzi a chi i reati li deve scoprire e punire, meno garanzie per chi commette reati e più garanzie per chi li denuncia e per chi li subisce".  Leggi anche: "Cosa dobbiamo riconoscere a Di Maio". Travaglio, l'ultimo delirio dell'ultrà grillino: "Il programma..." Insomma, finalmente, secondo Travaglio avremo "Certezza della pena, prescrizione, immigrati irregolari che non vengono espulsi e magari ne approfittano per delinquere: a questo pensano i cittadini quando sentono parlare di giustizia". E "se vedranno qualche delinquente a spasso in meno, qualche irregolare espulso in più (anche per scontare la pena nel suo paese), qualche impunito in meno e una vaga somiglianza fra le pene scritte nelle sentenze e quelle scontate in carcere, saranno felici e grati al governo (e noi con loro, anche perché vorrà dire che il Delinquente è out). M5S e Lega, partiti più popolari che populisti, agli elettori dovranno presto rispondere. Se non riusciranno, per vincoli di bilancio, a fare tutto ciò che promettono sulle riforme costose, ma si limiteranno ad avviarle, potranno essere perdonati. Ma, se non manterranno subito gli impegni a costo zero, come quelli sulla giustizia, non avranno scuse. E saranno puniti".