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Governo, il voto M5s sul contratto manda a casa Luigi Di Maio: perché deve farsi da parte
Con il voto sul contratto di governo sulla piattaforma Rousseau in stile nordcoreano, gli iscritti del Movimento Cinque Stelle hanno detto chiaro e tondo a Luigi Di Maio che di lui non sanno più che farsene. A fine giornata, dopo aver registrato il 94% dei consensi per l'accordo di programma con la Lega, Giggino si sprecava in lunghe dirette su Facebook con le quali rivendicava i contenuti del documento ancora da sottoscrivere con i leghisti. Leggi anche: La farsa del voto grillino: 94% vota sì al contratto (ma sono quattro gatti) Proprio elencando i temi che faranno l'ossatura del programma del prossimo governo, Di Maio sembrava quasi cercare di convincere se stesso che quel papocchio fosse cosa buona e giusta. Come sottolinea Repubblica, però, man mano che se ne convinceva, il grillino realizzava anche se quelle carte, frutto di lunga e faticosa mediazione, non potevano vederlo anche salire a palazzo Chigi. La rinuncia alla presidenza del Consiglio è ormai un dato di fatto, Di Maio dovrà far spazio a un nome terzo, sempre se non vuol rompere con Matteo Salvini a un passo dal traguardo.