Lo sfidante di Renzi
Selvaggia Lucarelli: occhio a Cuperlo, un po' Fantozzi un po' Forrest Gump
Siamo onesti. Uno a Cuperlo non può non volergli bene. E ne ho le prove: dopo un estenuante giro di sms per sapere qualcosa di lui non dico di pruriginoso, ma che non fosse «è nato a Trieste», il contenuto dei messaggi ricevuti è stato, suddiviso nelle rispettive percentuali, il seguente: per il 25% delle persone consultate Gianni Cuperlo «è una persona perbene». Per il 35% Gianni Cuperlo «è un brav’uomo». Per il 20% «è un bravo Cristo». Per il 15% «Gianni chi?» e il restante 5% «non sa, non risponde: nel senso che Gianni Cuperlo non sa, non risponde neanche di se stesso figuriamoci del pd». Ho mandato un sms anche a D’Alema, il quale mi ha prontamente risposto «Un uomo di eccezionale caratura morale, rara cultura e eloquio brillante, con spiccate doti di leader, un carisma ineguagliabile e una trascinante simpatia». Poi mi hanno spiegato che Cuperlo non scrive più i discorsi a D’Alema perché quello ormai li fa solo a tavola davanti al cappone a Natale, ma è a tutt’oggi il ghostwriter dei suoi sms e dei suoi status su whatsapp e una domenica sì e una no gli sistema anche le siepi in giardino. Io credo invece che Cuperlo sia fortemente sottovalutato. E credo che il buon Renzi, forte delle sue doti di affabulatore e di ammaliante arruffa-popoli, stia decisamente sottostimando il suo avversario. Cuperlo è il Forrest Gump delle primarie. Uno che in 25 anni di politica ha collezionato una serie di incarichi di commovente responsabilità. Uno su tutti: il compito di assicurarsi che tutte le luci della sede del pds fossero spente la sera prima di andare a dormire. Cuperlo, per intenderci, è il compagno di scuola che pur di non andare alla cattedra per l’interrogazione, si mimetizza nell’ultimo banco dietro alla sagoma dei compagni. Quello che ogni volta che sale sul palco a fare un discorso, pensa che piuttosto che stare lì, preferirebbe naufragare su un atollo assente da ogni mappa geografica, con Renato Brunetta. Cuperlo, è l’uomo che pare messo lì perché serve uno che arrivi secondo senza disturbare troppo, con discrezione e dignità. Uno che perda senza fare storie. Come Cutugno a Sanremo, come la seconda classificata a Miss Italia che abbraccia l’altra e poi si leva per sempre dalle balle lasciandole la scena. Eppure, a scorrere la sua carriera, non si può non notare che il nostro Forrest Gump delle primarie, continua a correre senza sosta nonostante una totale, colossale mancanza di guizzi. Un esempio su tutti. Cuperlo s’è laureato al Dams con una tesi sulla comunicazione di massa. Ora, già a guardarlo pensi che Cuperlo stia alla comunicazione come Sgarbi ai proverbi zen, eppure, di comunicazione s’è occupato a più riprese. E con risultati che hanno del memorabile. Nel 1996, in occasione del congresso del pds all’Eur, il nostro Gianni partorì l’indimenticabile slogan: «Il futuro entra in noi molto prima che accada», che non ebbe molto successo tra i dalemiani ma fu utilizzato da Rocco Siffredi per ben due pellicole girate in Ungheria. Nel 2001, in quanto responsabile della comunicazione del partito, impose a Piero Fassino lo slogan elettorale «Domani è un altro giorno». A Fassino. Uno che lo guardi e ti chiedi se riuscirà ad arrivare in piedi alle otto di sera, altro che il giorno dopo. E infatti, leggenda vuole che Piero non gradì particolarmente. Ma il meglio in fatto di comunicazione arriva proprio con la sua campagna per le primarie 2013. Lo slogan di Gianni è «Bello e democratico». Sì, avete capito bene, bello e democratico. Slogan che perfino Renzi, uno quando viaggia in aereo deve comprare due biglietti come gli obesi, uno per lui e uno per il suo narcisismo, avrebbe ritenuto ridicolo. Per fortuna il suo entourage ci tiene a chiarire che con «bello e democratico» si allude al paese, perché era facile cadere nell’equivoco. Democratico, in effetti, Gianni lo è di sicuro. Era il «bello» al limite, che strideva un po’, vista l’aria vagamente spettrale e i suoi denti che sono una perfetta rappresentazione del pd: ognuno va per i fatti suoi. Eppure Gianni, funziona per questo. Per il suo essere così «un brav’uomo». Per il suo essere un perdente annunciato. Per il fantozziano candore che si coglie qua e là. Per la sua storia di mancato carisma. Per dire, il suo meraviglioso fake su twitter, Gianni Kuperlo, ha quasi lo stesso numero di follower del vero Gianni Cuperlo. E il vero Gianni Cuperlo lancia tweet tipo «Sono ufficialmente candidato alla segreteria del pd. Lo dice l’adnkronos», come a dire che se non glielo confermava l’adnkronos non ci credeva manco lui. E poi c’è l’sms inviato a Civati per sbaglio, in cui lo invitava a votarlo anziché a smetterla con le giacche di vellutino verde. O la leggenda secondo la quale si sarebbe fidanzato con la moglie Ines durante un viaggio dove? In Grecia? In Sardegna? Nella Costiera amalfitana? No. Nella Corea del Nord. Ve l’ho detto che non va sottovalutato, Gianni. Uno che riesce a farsi sposare da una donna che ha trascinato nella Corea del Nord, è capacissimo di vincere le primarie. E poi alla fin fine, un po’ di mistero avvolge anche la sua figura: si dice Cùperlo o Cupèrlo? Selvaggia Lucarelli