La mossa disperata
Luigi Di Maio, il capriccio disperato: "Faccio io il premier". Matteo Salvini lo fulmina così
Un ultimo blitz, poche ore prima di salire al Quirinale. Il retroscena di Repubblica sulle Consultazioni riferisce di un Luigi Di Maio disperato e di un Matteo Salvini furibondo per il colpo di mano tentato dal grillino. Il tema è sempre quello: il premier. Per giorni, da Milano, M5s e Lega rassicuravano il presidente e la scena politica italiana sull'accordo che era a un passo, anche sui nomi da presentare. Salvini, domenica sera, aveva giurato che al presidente sarebbe stato fatto il nome di un candidato, uno solo. E invece, passavano le ore e nulla cambiava. "Il momento più drammatico - scrive Repubblica - è forse ieri mattina. L'ansia è palpabile. Cresce man mano che si avvicina l'appuntamento istituzionale, chiesto come un rilancio al buio senza le carte giuste in mano". Sia Salvini sia Di Maio sanno che rischiano di andarsi a schiantare e così il grillino ci prova, di nuovo: "Non ne usciamo a meno che non accetti che sia io il premier", impone Di Maio al leghista. "Non esiste", è la replica secca del segretario del Carroccio. Finisce come è noto, con il siluramento di Giulio Sapelli e la presentazione della candidatura-farsa di Giuseppe Conte, un nome fatto a Mattarella e caduto subito nel vuoto.