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"Ritorno alle urne premierà Salvini"

Roma, 8 mag. - (AdnKronos) - Dopo il rifiuto da parte di Matteo Salvini e Luigi Di Maio all'esecutivo neutrale, proposto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l'ipotesi di tornare alla urne si concretizza sempre più aprendo la strada al leader della Lega. Questo il pensiero dei sondaggisti intervistati dall'AdnKronos, che nei dati vedono Matteo Salvini come maggiore beneficiario del voto anticipato. "L'unica cosa chiara in questi mesi è stata la crescita della Lega, che ha acquisito molti voti da Forza Italia e si è consolidata nel ruolo di leader del Centrodestra con numeri più importanti di quelli del 4 marzo" afferma Maurizio Pessato, presidente della società di ricerche Swg. Posizione condivisa da Luca Comodo, direttore del dipartimento Politico-sociale Ipsos PA. "Tutto il percorso delle consultazioni sembra aver palesemente favorito Salvini, che ha migliorato il proprio posizionamento e grado di apprezzamento presso gli elettori, aumentando anche quelli del suo partito. Al contrario - sottolinea - Di Maio ha subito qualche contraccolpo, specie nell'area elettorale di destra che era in precedenza favorevole a un accordo con i 5 stelle". Nicola Piepoli, sondaggista e fondatore del Cirm, allarga il vantaggio di un eventuale voto anticipato all'intera coalizione di centrodestra. "Non credo che il presidente Mattarella voglia avvantaggiare il centrodestra tornando alle urne, ma è quello che effettivamente succederà - osserva - lo schieramento Salvini-Berlusconi-Meloni per ora sembra essere vicinissimo ad ottenere la maggioranza alla Camera, anche se i dati rimangono incerti". Una variabile importante è ritenuta la scelta della data per il voto. "qualora venisse scelto luglio sarebbe un voto di giudizio verso le responsabilità dei singoli partiti - sostiene Pessato -. Al contrario, se si votasse in autunno, con un esecutivo che anche se per pochi mesi avrà comunque dovuto affrontare con l'Europa questioni importanti come quella dei migranti, allora sarebbe più probabile un voto che premi i singoli operati". A giudizio di Luca Comodo "votare in autunno potrebbe concedere al Pd un momento di assestamento e al partito di Silvio Berlusconi una riorganizzazione volta a recuperare il proprio elettorato, superando le momentanee difficoltà. Anche Di Maio potrebbe risalire la china delle difficili consultazioni". Tra i timori del presidente della Repubblica c'è anche la possibilità che gli elettori rinuncino a esprimere la loro preferenza e che ritorni lo spettro dell'astensionismo, scongiurato nel voto del 4 marzo. "Di certo gli italiani tornerebbero tutti alle urne, non credo che la stagione influirebbe sulle loro volontà - sostiene Piepoli -. L'unico vero elemento discriminante potrebbe essere la sfiducia verso i partiti selezionati, ma anche in questo caso non si estenderebbe fino a prendere i contorni di un vero fenomeno di astensionismo". Nello scenario italiano "resta in piedi l'impalcatura regionale del voto, che vede ancora una palese spaccatura: la Lega punto di riferimento del sistema Nord, mentre i 5 Stelle restano forti nel Centro-Sud", ricorda, confermando quanto accaduto con il voto in Molise e in Friuli Venezia-Giulia. "Gli italiani sono confusi - conclude il sondaggista - premiano il partito che trasmette loro maggiore solidità e, per il momento, questo ruolo è stato assunto dalla Lega".