Tira una brutta aria

Giovanni Toti, il siluro su Silvio Berlusconi che demolisce il partito: "Salvini è premier in pectore"

Gino Coala

Dentro Forza Italia continua il lento e inesorabile processo di riposizionamento dei dirigenti un tempo vicinissimi a Silvio Berlusconi verso la sfera di influenza di Matteo Salvini. In testa, già in tempi non sospetti, c'è il governatore della Liguria, Giovanni Toti, che in un'intervista al Quotidiano nazionale fissa subito il paletto più importante: "Salvini è il premier in pectore perché rappresenta il 37% degli italiani - dice Toti che però avverte - Se rompesse con Forza Italia tornerebbe al 18". Il destino del partito del Cav però sembra segnato anche per Toti che, tra le altre soluzioni, non esclude quella di fare un partito unico del centrodestra: "Può essere uno sbocco, una semplificazione della vita politica. Ma certo FI non può essere annessa o fagocitata alla Lega. Ciascuno dovrebbe ammainare la propria bandiera, dovrebbero essere garantiti strumenti di democrazia interna a la guida del partito unico del centrodestra dovrebbe essere contendibile". Le alternative nel partito azzurro probabilmente ci sarebbero, come quella di affidare la guida ad Antonio Tajani, l'uomo che Berlusconi avrebbe voluto a Palazzo Chigi, se FI avesse ottenuto più voti della Lega: "È un amico e un ottimo dirigente di partito - taglia corto il governatore ligure - ma credo che FI non abbia bisogno di un cooordinatore cooptato dall'alto. Credo che ci sia bisogno di scegliere la classe dirigente dal basso. Bisognerebbe coinvolgere chi si distingue da anni nelle amministrazioni locali e aprirsi ai militanti per far circolare idee nuove". La cifra di come il clima sia radicalmente cambiato nel partito del Cav appare chiarissima quando viene chiesto a Toti per quale motivo non l'ha più sentito da prima di Natale: "Le occasioni non ci sono state - glissa Toti - anche perché io sto facendo una straordinaria esperienza come governatore della Liguria e non il dirigente di partito".