Declino

Matteo Renzi, Luigi Zanda lo mette all'angolo: "No ai suoi uomini come capigruppo"

Andrea Tempestini

L'umiliazione finale per Matteo Renzi? Arriva da Luigi Zanda, che si esprime sul futuro in Parlamento del Pd: "Per i nostri capigruppo di Camera e Senato, e per le eventuali cariche istituzionali spettanti al Pd, è necessario trovare un serio equilibrio politico nel partito. Non è pensabile che i due capigruppo rappresentino solo l’anima renziana del Pd. Lo stesso varrebbe per qualsiasi altra componente. Berlinguer diceva che non si governa un Paese con il 51%; vale anche per i gruppi parlamentari, soprattutto oggi perché il Pd non si può permettere spaccature. È il momento dell’unità vera e condivisa". Insomma: renzani "vietati" come capigruppo. Dunque, sul nuovo segretario, il presidente uscente dei senatori Pd spiega: "Restiamo all'oggi. Martina sta facendo molto bene il reggente, è attento alle relazioni umane, ha impostato una gestione aperta a tutti. E viene da quel profondo Nord che dobbiamo riconquistare, come il profondo Sud. Può tenere insieme il partito". Leggi anche: Pagnoncelli, il sondaggio da brividi sul Pd: sì, sono finiti