La rivolta
Silvio Berlusconi, scoppia la ribellione dei coordinatori regionali: chi minacciano di votare in Parlamento
Sono giorni cruciali per il futuro di Forza Italia, con il malumore di un pezzo importante del partito, quello dei colonnelli del Sud, che preme su Silvio Berlusconi perché non faccia troppe concessioni alla Lega di Matteo Salvini. I risultati del 4 marzo sono stati impietosi, rispetto almeno alle speranze dei dirigenti azzurri: il "cappotto" profetizzato da Raffaele Fitto si è materializzato in tutto il suo vigore, in più proprio dalla quarta gamba, Noi con l'Italia, non è arrivato il sostegno sperato. Alla sensazione di assedio, i dirigenti forzisti del Sud hanno dovuto anche far spazio ai candidati della Lega nei collegi uninominali, cedendo seggi preziosi anche per gli equilibri interni al partito. Leggi anche: Berlusconi, la voce dal fedelissimo: "Con lui nulla è scontato", cosa può combinare Ci sono tutti gli ingredienti perché scoppi una vera e propria ribellione, alla cui testa, secondo un retroscena de La Stampa, si potrebbero piazzare anche i coordinatori regionali, fermamente intenzionati a far pesare ai leghisti i propri voti, per quanto in calo, serviti anche per eleggere i propri deputati e senatori. Per questo la richiesta è di più spazio, più ruoli, più coinvolgimento, almeno nella speranza di limitare la salvinizzazione di Forza Italia, processo già temuto nel partito al Nord. I margini di manovra per Berlusconi sono sempre più ristretti, chiuso tra il peso dei numeri dei leghisti e quello dei voti in aula dei propri parlamentari. La prima partita calda però si avvicina, quando ci saranno da eleggere i presidenti di Camera e Senato. Sarà a quel punto che non si potrà più rinviare nessuna decisione, sempre se il Cav vuol ancora sperare di eleggere un forzista alla presidenza, ad esempio, del Senato.