La congiura dem

Matteo Renzi, l'ora della guerra civile nel Pd: Carlo Calenda candidato alla segreteria, lo spingono Veltroni e Prodi

Giulio Bucchi

Dentro al Pd i "padri nobili" hanno già deciso tutto: dopo Matteo Renzi, il segretario-leader dovrà essere Carlo Calenda. Il retroscena è del Corriere della Sera e riannoda i fili di questi ultimi giorni, con Renzi che ha annunciato le dimissioni a tempo dal Nazareno e l'ex ministro del Mise rapidissimo a iscriversi al Partito democratico. Solidarietà e partecipazione? Non solo. Dietro Calenda ci sono, con forza, le sponsorizzazioni del premier Paolo Gentiloni e dei fondatori Romano Prodi e Walter Veltroni, anche se il Professore ha consigliato tutti di far sì che non sembri una "calata dall'alto".  Leggi anche: Renzi non ha capito nulla, la sua ultima mossa-suicidio Calenda, dunque, dovrà passare da un congresso con primarie, anche se questa ipotesi faceva storcere il naso a Ettore Rosato, a cui l'idea che l'ultimo arrivato sia già in lizza per la leadership pareva bislacca. La vicinanza tra Calenda e Gentiloni è risaputa. Non è un caso che dopo il disastro elettorale il ministro abbia indicato nel premier (e non in Renzi) il leader del Partito. "Ogni mia mossa - ha spiegato a qualche amico, secondo il Corsera - è concordata con Paolo". I renziani ortodossi promettono battaglia, i renziani delusi hanno già dimostrato un certo entusiasmo (Matteo Richetti e Maurizio Martina sono stati tra i primi a dare il benvenuto a Calenda). Per ora Dario Franceschini si mantiene prudente, mentre il timore è che Renzi non molli l'osso e che dopo le dimissioni spinga per piazzare alla segreteria Graziano Delrio, provocando una nuova guerra civile nella pancia del partito.