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Gianfranco Fini, già dieci mesi fa era terrorizzato dal voto: la sua profezia sul disastro (per lui)
Nella gara delle profezie catastrofiste sull'esito del voto del 4 marzo bisogna andare molto indietro nel tempo per trovare il vero vincitore morale. In testa all'elenco di trombati dalla politica già in ansia da mesi, per la precisione 10, c'è Gianfranco Fini. Era il 17 maggio 2017 quando l'ex presidente della Camera si avventurava in un'analisi inquietante a proposito della riforma della legge elettorale: "Un’amara verità che non può però diventare un alibi. Perché rischia di far crescere a dismisura il partito dell’astensione e/o di portare al governo gli apprendisti stregoni del più becero qualunquismo. E perché dopo il voto francese ( e, chiunque vinca, dopo quello tedesco di settembre ) l’Italia non si può permettere di giocare col fuoco della instabilità e della irresponsabilità politica. Non sarebbero solo i mercati finanziari a presentarci il conto, sarebbero i nostri figli". Leggi anche: Berlusconi, il golpe del 2011: "Ecco cosa aveva promesso Napolitano a Fini"