La radicale

Emma Bonino, chi ha finanziato la sua costosa campagna. L'ombra di Soros

Eliana Giusto

La prima ad avanzare sospetti sulla costosa campagna elettorale di Emma Bonino era stata Giorgia Meloni: " Prenderà il 2% ma la stanno pompando a manetta, oggi c’era una pagina su di lei pubblicata dal Corriere della Sera, chissà come farà a pagarla, io i soldi per fare una cosa del genere non ce l’ho. Lei sta nella fondazione di George Soros, che le finanzia la campagna elettorale, l’ha detto lei che è così". Leggi anche: Giorgia Meloni: "Emma Bonino pompatissima. George Soros le paga gli spot elettorali?" E potrebbe essere così davvero. La lista +Europa è stata creata alla fine del 2017, quindi poco prima del voto, e solo grazie all'unione con il Centro democratico di Bruno Tabacci è riuscita ad aggirare il problema della raccolta firme e presentarsi alle urne, sottolinea il Giornale. Ergo, non ha potuto accedere a quel che resta del finanziamento pubblico ai partiti, e neppure al 2 per mille della dichiarazione dei redditi dell'anno scorso. Il tesoriere del movimento Silvia Manzi ha spiegato che i finanziamenti arrivano per lo più da donazioni di privati, "sia contributi ricevuti durante gli eventi sia da imprenditori, italiani e anche estero, soprattutto dall'Europa". Ma non ha fatto nomi. "Faremo un rendiconto, come tutti i partiti, e lì ci saranno tutte le informazioni", ha concluso. Ma Soros c'entra o no? La tesoriera ha assicurato che non ci sono "contributi diretti" da parte di Soros, il miliardario americano a capo della Open Society Foundations, di cui proprio la Bonino è membro del global board. Soros sostiene da sempre, proprio come la Bonino la necessità dell'immigrazione in Europa.