Balle elettorali

Bruno Vespa: "Vi spiego perchè in caso di pareggio non si tornerà al voto dopo il 4 marzo"

Matteo Legnani

Solo chiacchiere da campagna elettorale: Bruno Vespa, nel consueto editoriale su Il Giorno del sabato, smonta così quel che Renzi, Berlusconi, Salvini e Meloni vanno dicendo in questi giorni. E cioè che in caso di "pareggio" e di impossibilità di trovare una maggioranza all'interno di uno dei tre schieramenti principali che si presentano al voto, si torni "al più presto" alle urne, addirittura già a giugno. Il conduttore di Porta a Porta spiega che "in ogni caso le 'elezioni subito' non potrebbero celebrarsi realisticamente prima di ottobre". Ma poi smonta del tutto anche questo scenario di un voto in autunno. "La tradizione parlamentare esclude che senatori e deputati appena eletti vogliano impegnarsi in una campagna elettorale che ne decimerebbe le file, anche per l'assalto alle liste degli esclusi e dei traditi del 4 marzo". Cioè: quelli che hanno vinto il posto in Parlamento col cavolo che ci rinuncerebbero tanto facilmente, rimettendo tutto in gioco col rischio di perderlo dopo il voto-bis o addirittura non riuscendo nemmeno rientrare nelle liste". E gli stessi partiti si troverebbero poi, pochi mesi dopo, a dover rivivere il "dramma" della formazione delle liste, che tra l'altro porterebbe con sè un rimescolamento degli equilibri di potere all'interno dei vari schieramenti. Leggi anche: Berlusconi, il clamoroso fuorionda di Vespa alla fine della registrazione di Porta a Porta: "nel 2001 stava per governare, oggi..."