Giallo sulle candidature

Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, sospetto sulle liste elettorali: Pd e Forza Italia, niente guerra nei collegi forti

Giulio Bucchi

Tra gli esperti di liste elettorali gira un sospetto: vuoi vedere che Pd e Forza Italia, sotto sotto, non si vogliono fare la guerra? Il Corriere della Sera ha analizzato gli "scontri diretti" tra i candidati del centrodestra e del centrosinistra in alcuni collegi di rilevanza nazionale rilevando come, a parte il big match di Bolzano tra Maria Elena Boschi e Michaela Biancofiore, nessun big dem abbia un concorrente forzista di pari livello nell'uninominale, e viceversa.  Leggi anche: "Liste tragiche, Pd verso l'abisso", Letta a valanga su Renzi E così succede che i colonnelli di Matteo Renzi, da Luca Lotti ad Andrea Romano, da Valeria Fedeli a Pier Carlo Padoan, sono stati tutti candidati in Toscana, roccaforte rossa. Contro di loro nessun forzista, ma solo leghisti per sfide di bandiera (ad esempio l'economista Bagnai contro Renzi a Firenze) che però potrebbero avere esiti scontati. Stessa storia in Emilia Romagna: Dario Franceschini nella sua Ferrara se la vedrà con un altro leghista, Maura Tomasi.  Leggi anche: Bomba Crocetta, "Renzi mi ha tradito, ora lo farò perdere" Schema "specchiato" nelle regioni forti di Forza Italia, con il Pd in silenziosa ritirata strategica. Michela Vittoria Brambilla (Abbiategrasso) e Laura Ravetto (Como), Paolo Romani (Sesto San Giovanni) sembrano tutti avere la strada spianata. Segnali o semplici coincidenze?