politica
Cei: "Pensavamo fossero sepolti discorsi su razza"
Città del Vaticano, 22 gen. (AdnKronos) - "Bisogna reagire a una cultura della paura che, seppur in taluni casi comprensibile, non può mai tramutarsi in xenofobia o addirittura evocare discorsi sulla razza che pensavamo fossero sepolti definitivamente". E' l'esortazione in tema di migranti del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, contenuta nella prolusione del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale italiana. "Non è chiudendo che si migliora la situazione del Paese - avverte Bassetti - Avere dubbi e timori non è un peccato, come ha affermato Papa Francesco nella Giornata del migrante. Tuttavia, ha aggiunto che il peccato è lasciare che queste paure determinino le nostre risposte". In particolare, poi, il presidente della Cei ricorda che "quest’anno ci ricorda una pagina buia della storia del nostro Paese: le leggi razziali del 1938. In quell’occasione, in un clima di pavida indifferenza collettiva, Pio XI ebbe il coraggio di affermare che l’antisemitismo è inammissibile". Tornando al tema delle migrazioni internazionali, che definisce "complesso e cruciale", Bassetti lamenta che "la discussione pubblica è troppo spesso influenzata da equivoci, incomprensioni e contese politiche. Per fugare ogni dubbio e per amore alla verità, mi sembra opportuno richiamare un aspetto per noi decisivo: i poveri, tutti i poveri, anche quelli forestieri di cui non sappiamo nulla, appartengono alla Chiesa per 'diritto evangelico' e in virtù di questo diritto, non certo in nome di una rivendicazione sociale, ogni cristiano è chiamato ad andare verso di loro con un atteggiamento di comprensione e compassione".