Politica e bilanci
Pdl, soldi e debiti: una bomba da 100 milioni sul partito
C’è una bomba da oltre 100 milioni di euro al centro della partita fra falchi e colombe azzurre. Una cifra enorme che oggi unisce i destini non proprio fausti di Pdl e Forza Italia e a cui fino ad oggi ha fatto fronte esclusivamente il salvadanaio di Silvio Berlusconi. Il buco più clamoroso in questo momento è proprio nei conti di Forza Italia, il contenitore politico che dovrebbe riassorbire il Pdl. A fine 2012 il partito con la bandiera tricolore aveva un disavanzo patrimoniale cumulato di 67,9 milioni di euro. E alla stessa data aveva una situazione debitoria complessiva di 88,2 milioni di euro, in gran parte dovuta alla esposizione con il sistema bancario. A garanzia di un bilancio che altrimenti costringerebbe a portare i libri in tribunale ci sono 102 milioni e 720.617 euro di fidejussioni «rilasciate dal senatore Silvio Berlusconi a vari istituti bancari, a garanzia di linee di credito complessivamente pari a 87.329.000 euro». A quella data erano state utilizzate linee di credito bancarie garantite da fidejussioni del cavaliere per 72.290.561 euro (che quindi sono debito di Forza Italia con le banche) e c’erano ancora affidamenti a disposizione per qualcosa più di 15 milioni di euro. È chiaro quindi che il portafoglio di Berlusconi in questo momento è determinante per Forza Italia e assai difficilmente sarebbe possibile per altri leader farvi fronte senza il suo aiuto. Peso determinante - Ipotizziamo ad esempio che Berlusconi, amareggiato dalle divisioni dei suoi, si ritiri dalla scena e che grazie agli antichi e consistenti rapporti imprenditoriali con le banche creditrici riesca a ritirare quelle fidejussioni. Perdite e debiti di Forza Italia ricadrebbero sulle spalle dei successori, al massimo garantite dal 75% dei rimborsi elettorali futuri girati dal Pdl (il 25% dovrebbe andare comunque ad Alleanza nazionale in liquidazione). A questo punto a garantire dovrebbero essere le persone fisiche che partecipano all’associazione Forza Italia. Fra loro ci sono anche due colombe come Fabrizio Cicchitto e Roberto Formigoni, e poi Ignazio Abrignani, Simone Baldelli, Paolo Bonaiuti, Sandro Bondi, Renato Brunetta, Rocco Crimi, Raffaele Fitto, Gregorio Fontana, Giancarlo Galan, Stefania Prestigiacomo, Daniela Santanchè e Denis Verdini. Difficile che possano garantire quel buco con le loro finanze. Sulla carta, chi si impadronisse con un colpo di mano di quel partito avrebbe una sola alternativa: un blitz immediato con le banche, che escuterebbero così le fidejussioni in loro mano creando a Berlusconi oltre la beffa anche un danno patrimoniale di grande entità. Una volta divorziate le colombe potrebbero però cercare un tetto sotto il vecchio Pdl piuttosto che infilarsi in quel ginepraio finanziario che è Forza Italia. Ma troverebbero una situazione appena meno drammatica. Il Popolo della libertà infatti ha un disavanzo cumulato di poco superiore ai 3 milioni di euro (anche grazie a un milione di euro ricevuto in dono da Forza Italia) e debiti complessivi per oltre 33 milioni di euro. Ha qualche difficoltà però sul fronte delle entrate. Un po’ per colpa loro: la nuova legge sul finanziamento dei partiti approvata nel 2012 ha dimezzato subito i rimborsi elettorali. Per tutti erano nati problemi, per il Pdl ne è nato qualcuno in più. Perché nel 2009 aveva ceduto alla Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo (che li ha anticipati) i crediti nei confronti dello Stato per i futuri incassi dei rimborsi elettorali. Le somme anticipate però sono state superiori a quelle che la banca avrebbe potuto incassare (proprio per la riduzione del 50% dei contributi pubblici), ed è scattata una norma contrattuale in base a cui il Pdl avrebbe dovuto restituire a quella banca 22,5 milioni di euro. Non li aveva. Li ha chiesti ad An (che ha pagato 5,6 milioni) e a Forza Italia che ha versato 2,5 milioni di euro sui 16,9 milioni chiesti. Non sapevano dove trovare il resto. Così il Pdl ha già ceduto alla Banca anche i rimborsi elettorali della nuova legislatura. Eletti infedeli - Come risolvere? Come sempre bussando alla porta di Berlusconi. Che nel febbraio scorso ha donato a Forza Italia 15 milioni di euro con cui chiudere almeno quella partita debitoria infragruppo. E ad aprile ha prestato senza interessi al Pdl 2,8 milioni di euro che dovranno essere restituiti a Berlusconi entro il 30 aprile 2014. Fra i crediti inseriti nel bilancio del Pdl ci sono anche le quote di decima che da regolamento dovrebbero versare al partito tutti gli eletti. Ma è assai difficile inseguire quelle somme. Se uno avesse avuto bisogno di capire il tasso di fedeltà al partito degli eletti, bastava andare proprio a guardare l’elenco di quei pagamenti. Due su tre da anni tradiscono l’impegno che avevano preso con il Pdl. Mancano all’appello ben 6.247.284 euro promessi dagli eletti e mai versati al partito. Il 21% dei parlamentari nazionali ed europei non ha mai versato un cent al Pdl. Il 40% versa solo ogni tanto qualcosa. Fra i consiglieri regionali la morosità è ancora più alta: il 30% degli eletti non ha mai versato nulla, e il 60% lo ha fatto solo ogni tanto. In regola c’è solo il 10% degli eletti. di Franco Bechis