Il fondatore della Margherita
Francesco Rutelli: "La mia Margherita non si tocca. E non mi candido con la Lorenzin"
"No, non mi candido neppure a queste elezioni. Più di uno me lo ha offerto, ma non ho accettato", ho le mie idee, ma preferisco tenere un profilo discreto e più neutro". Francesco Rutelli, in una intervista al Corriere della Sera, spiega perché ha messo il veto sulla margherita nel simbolo di Civica Popolare di Beatrice Lorenzin troppo simile a quella del partito che lui stesso aveva fondato e guidato: "Perché sarebbe un trucco. Un modo per alludere a una formazione che ha avuto 5 milioni e 400 mila consensi e, nelle proprie fila, gli ultimi tre presidenti del Consiglio e l'attuale presidente della Repubblica. Del resto, nessuno potrebbe presentare l' Ulivo, o la Quercia... ". E pure sul "giuridico, non si può utilizzare un simbolo senza l'autorizzazione del suo titolare. Usino un altro fiore. La flora italiana ha migliaia di specie e sottospecie, come ho studiato per il mio recente esame di Botanica". Leggi anche: Beatrice Lorenzin, il fratello verso la candidatura Con il simbolo, spiega ancora Rutelli, "viene tutelata anche una storia politica. Che non può essere sfruttata da nessuno, tanto meno da una formazione che candida in gran parte persone che a suo tempo sono state in liste avversarie". E su quanto scritto su Facebook - non riferisco "in pubblico le precise circostanze" in cui ha spiegato di non usare la Margherita - chiarisce: "Non amo raccontare i colloqui avuti. Mi hanno chiamato tutti i promotori della lista, volevano avere l'autorizzazione per il simbolo. Ho spiegato amichevolmente e sarei sorpreso se commettessero la leggerezza di utilizzarlo". Ovviamente "sì anche loro", gli hanno chiesto di candidarlo. Difficile dire se la Margherita, quella storica, tornerà: "Non credo a operazioni nostalgia. Certo, c'è spazio per un riformismo moderno e collegiale come quello della Margherita. Per questo il suo simbolo e la sua storia devono continuare a essere tutelati".