Prove da leader

Alfano: "Nel Pdl primarie a tutti i livelli"

Michele Chicco

"Primarie a tutti i livelli". Angelino Alfano lo dice chiaramente da Prato. Il segretario Pdl rilancia l'azione politica, personale e del partito, intervenendo al meeting organizzato dagli amministratori locali del Pdl (capeggiati dal "formattatore" Alessandro Cattaneo). Il rilancio della consultazione popolare per la scelta del leader anche in vista della premiership, arriva dopo i due incontri avuti a Palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi. Due faccia a faccia nei quali lui e Silvio Berlusconi hanno convenuto sulla necessità di "chiudere in gabbia falchi e colombe". Ma a parte questo, le posizioni paiono ancora distanti, se oggi Alfano è tornato a premere il tasto delle primarie, come aveva inutilmente fatto già lo scorso in verno, prima della ridiscesa in campo di Silvio Berlusconi. E non a caso poche ore dopo è Raffaele Fitto, capo dei "lealisti" a tornare alla carica: "L'unico modo per mantenere l'unità del partito è azzerare le cariche e rimettere tutto in mano a Berlusconi". Il fatto è che nei due incontri a Palazzo Grazioli Berlusconi gli avrebbe proposto prima una conferma del posto di segretario, ma con a fianco un "direttorato" composto da tre 'governisti' e tre 'lealisti' E Angelino ha detto no. Poi, ieri sera, una formula più asciutta: lui, Silvio Berlusconi, presidente della nuova Forza Italia con Angelino vice. Un tandem, quest'ultimo, assai simile a quello che Alfano ha vissuto fin dall'inizio della sua esperienza di segretario Pdl. E che chiaramente, alla luce anche dello strappo di alcuni giorni fa sulla fiducia a Letta, non poteva accettare. Alfano si troverebbe infatti, ancora una volta, sotto tuttela. Magari con qualcuno dei falchi ad accusarlo ancora di non avere "il quid". Oltretutto, il segretario ha dietro di sè una pattuglia di fedelissimi (che rischiano di non esserlo molto a lungo se l'incertezza proseguirà) che, chi più chi meno, premono perchè si affranchi dalla figura del 'padre' del Pdl. E molti ritengano che il Cavaliere li stia prendendo in giro. Proprio ieri, sulle pagine di Libero, l'ex capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto scriveva che "o Alfano diventa il capo del Pdl oppure è meglio fare due partiti". Ventennio - Ma Alfano sa che Silvio ha sette vite da giocarsi e vuole evitare strappi irreparabili. Di qui l'idea delle primarie, buona per restare dentro al partito (e al suo vasto serbatoio elettorale) e affidare ai sostenitori del Pdl il cambio di leadership: "Non sarà né il Pd né un altro esponente della sinistra a dire se quel ventennio è finito - dice il vicepremier -, ma saranno gli elettori a stabilire se è finito un ciclo". E sempre agli elettori, il segretario Pdl vuole lasciare la scelta di chi entrerà nel prossimo Parlamento. "E' giusto che ci vada chi ha i voti" ha detto a Prato, alludendo all'addio al Porecellum e al ritorno delle preferenze uninominali, che farebbero fuori chi, come ad esempio il falco Verdini, di fatto di voti non ne ha mai presi.