La sottosegretaria a un bivio

Banca Etruria, parla Bruno Vespa: "La Boschi è innocente, ma ora abbia il coraggio di candidarsi nella sua città"

Matteo Legnani

E' legittimo che un ministro di Arezzo di preoccupi che i finanziamenti agli orafi aretini siano gestiti dalla banca che segue i concoreenti orafi vicentini? A nostro avviso sì". La vicenda riassunta così in breve descrive l'interessamento dell'allora ministra Maria Elena Boschi per le sorti di Banca Etruria, che Pop Vicenza intendeva acquistare. E a giustificare l'interssamento della Boschi nella vicenda è Bruno Vespa, nell'editoriale sul quotidiano Il Giorno. Il conduttore di Porta a Porta aggaiunge che Maria Elena non ha fatto nulla che le si possa rimproverare e che la sua audizione in Commissione banche, come quelle di Vegas e di Ghizzoni, non le ha nuociuto perchè, anzi, ha fatto emergere "le troppe incomprensioni tra orhani di vigilanza e i ritardi dei controllori sui controllati". Ma, c'è un ma. Per lavare via ogni dubbio agli occhi degli elettori, la Boschio può fare una cosa soltanto: presentarsi sì alle prossime elezioni come candidata del Pd, ma nel collegio di Arezzo, nell'interesse del quale si è preoccupata dei destini di banca Etruria, evitando qualsiasi scorciatoia di listino bloccato (e conseguente posto assicurato in Parlamento). Solo così potrà pienamente riabilitarsi agli occhi degli elettori. Che poi venga eletta o meno, quello è un altro discorso.