Palco vuoto
Comizio flop per Di Maio davanti a Montecitorio: tanti deputati, nessun militante
Che bella la piazza virtuale di Internet, dove grazie alla Casaleggio Associati i numeri dei Cinque Stelle tornano sempre. E che brutte le piazze vere, con la gente in carne e ossa che chiunque può contare e fotografare. Tipo il piazzalone di Montecitorio, nel primo pomeriggio di ieri. Doveva essere il punto di partenza della grande campagna elettorale di Luigi Di Maio, il primo passo dell'ex steward dello stadio San Paolo verso palazzo Chigi, che in linea d' aria dista pochi metri, ma in linea politica qualche milione di voti. Ambizioso il nome dell'evento: "Il futuro in programma". Ma se il buongiorno si vede dal mattino, ha fatto bene Alessandro Di Battista a chiamarsi fuori dalla contesa: allo storico appuntamento non si è presentato nessuno. Un flop che ha costretto il candidato premier a evitare il palco e il suo staff a chiamare in soccorso i parlamentari del M5S per fare i figuranti e inscenare un volantinaggio. "Piazze piene, urne vuote", diceva il socialista Pietro Nenni: ai grillini conviene sperare che sia vero anche il contrario. E dire che quello che dovevano illustrare alle masse era il piatto forte del loro programma: la parte dedicata alle auto blu e alla imminente vendetta nei confronti della casta. "Iniziamo giovedì 7 dicembre alle 14: vi aspettiamo a piazza San Silvestro, in un'agorà pubblica uno dei primi punti del programma di governo del MoVimento", annunciava, nel solito italiano incerto, il Blog delle Stelle sul sito di Beppe Grillo. "Iniziamo da uno degli ambiti più sentiti dei cittadini: i tagli ai costi e ai privilegi della politica. Lo facciamo in un luogo significativo, a Roma, lì dove sorgono degli edifici simbolo degli sprechi della politica e del consociativismo: i palazzi Marini del costruttore romano, tanto caro ai politici, Sergio Scarpellini. La Camera dei deputati li ha presi - e tenuti - in affitto dal 1997, alla "modica" somma di circa 32 milioni di euro l'anno". Pareva il posto perfetto, insomma, ma all'ultimo momento ne hanno preferito un altro. Per ragioni di sicurezza, è la spiegazione fornita dagli organizzatori: "C'erano troppe "attenzioni non desiderate su uno dei nostri, abbiamo preferito non rischiare". Quindi il palco è stato montato nella vicina piazza Montecitorio e proprio questo spostamento nel lato opposto di via del Corso, secondo loro, avrebbe causato la scarsa partecipazione al comizio da parte del popolo pentastellato. Davanti al selciato vuoto è stato attuato un rapido cambio di programma. Nessun discorso dal palco (già dotato di microfoni e amplificatori), le cui immagini sarebbero state devastanti per Di Maio, ma rapido prelievo dei parlamentari a Cinque Stelle dagli uffici e dai ristoranti della zona, allo scopo di fare numero e riempire le inquadrature di fotografi e cameraman. "Il nostro obiettivo è stare tra le persone, faremo volantinaggio in tutta la città", è stato il piano B annunciato dal candidato premier. Una messinscena durata solo pochi minuti, perché i primi a non crederci si sono rivelati gli stessi eletti nelle liste di Beppe Grillo. "Credo ci sia stato un misunderstanding", butta lì Di Battista, che ha già deciso da tempo di non fare parte della crociata.