politica

Strasburgo decide, Silvio spera

Roma, 22 nov. (AdnKronos) - Silvio Berlusconi punta tutto su Strasburgo. La Corte europea per i diritti umani è chiamata a pronunciarsi sull'incandidabilità dell'ex premier, in base al dettato della legge Severino. Oggi è il giorno della prima e unica udienza. I 17 giudici della Grande Chambre dovranno esprimersi sul ricorso, presentato quattro anni fa dai legali del presidente di Fi, sulla decadenza del mandato di senatore e il divieto di candidarsi a qualsiasi elezione per sei anni. In gioco c'è l'agibilità politica del Cav, che però non si aspetta alcuna novità in tempi brevi. I suoi legali, infatti, sono consapevoli che la sentenza potrebbe giungere dopo vari mesi. Il pronunciamento è atteso mediamente dopo sei mesi, ma si può arrivare anche a dieci (quindi, non prima dell'aprile 2018, al più tardi dopo l'estate) e questo significa che il leader forzista non potrebbe candidarsi anche se si andasse alle urne il prossimo maggio, a meno che non sia accolta la domanda di riabilitazione che sarà presentata dagli avvocati azzurri l'8 marzo quando scadranno i termini della pena inflitta con la condanna Mediaset. In ogni caso, pure se l'esito del ricorso contro la Severino fosse positivo, nessuno può assicurare, spiegavano giorni fa fonti azzurre, che la legge venga in automatico. In varie interviste rilasciate negli ultimi giorni, Berlusconi ha comunque ripetuto che, se anche il ricorso non dovesse essere accolto, resterà in campo e parteciperà attivamente alla prossima campagna elettorale. Sul fronte giudiziario, ieri i due legali del presidente di Fi, Niccolò Ghedini e Franco Coppi, che compongono un pool di numerosi avvocati che saranno presenti questa mattina Strasburgo, hanno confermato la fondatezza del ricorso, sia sul meccanismo della retroattività delle legge Severino, sia sulla proporzionalità e durata delle sanzioni. "Confidiamo che la Corte - ha detto Ghedini - in forza proprio della sua giurisprudenza, non possa che accogliere il nostro ricorso, e speriamo anche in tempi ragionevoli". Di certo, Berlusconi è pronto a 'sfruttare' il verdetto delle Corte europea dei diritti umani dal punto di vista mediatico, a maggior ragione se dovesse ottenere un disco verde dalla Grande Camera.