Severino e incandidabilità
Berlusconi e il ricorso a Strasburgo, mossa disperata alla vigilia della sentenza: così prova a battere l'Italia
Tutto pronto per l'evento dell'anno, almeno al Tribunale dei diritti dell'uomo di Strasburgo. Mercoledì andrà in scena il caso "Silvio Berlusconi contro l'Italia", l'udienza sul ricorso presentato dal leader di Forza Italia contro la legge Severino che lo ha estromesso dal Senato nel 2013 e reso incandidabile. Tutto esaurito, sala strapiena, è stato addirittura reso necessario l'allestimento di una "sala video" dove, spiega Il Giornale, il dibattito verrà trasmesso in versione integrale qualche ora dopo la conclusione della seduta. L'attesa è ovvia: al di là del caso giuridico, la sentenza avrà un riflesso diretto sulla politica italiana. I legali del Cavaliere, Andrea Saccucci e Bruno Nascimbene, sono in pressing sulla corte per far sì che il dispositivo venga emesso subito, senza far passare settimane inutilmente. Si gioca tutto sul filo dei giorni, le elezioni sono alle porte e la campagna elettorale è già iniziata. Un Berlusconi pienamente dentro la scena politica italiana cambierebbe le carte in tavola. C'è però da vincere la causa e qui i due legali hanno tirato fuori un nuovo asso dalla manica: dieci giorni fa è stata depositata nella cancelleria di Strasburgo una seconda memoria difensiva in extremis, replica al parere della Commissione di Venezia (consulenza richiesta dal Tribunale di Strasburgo) che sembra, di fatto, chiudere le porte a una vittoria di Berlusconi. Secondo gli avvocati dell'ex premier, però, i saggi costituzionalisti hanno preso qualche cantonata. Sembrano "ignorare completamente", per esempio, che la Costituzione italiana non consente al Parlamento poteri assoluti sulla esclusione dei suoi membri. In ballo c'è la prevaricazione della maggioranza sulla minoranza, e secondo Berlusconi e la sua linea difensiva l'applicazione retroattiva della legge Severino è rientrata proprio in questo caso.