Elezioni nell'isola
Vittorio Feltri: cari siciliani andate a votare, tanto è inutile
I siciliani votano per la loro regione incasinata come nessun' altra. Sono appassionati di politica perché non hanno alternative: sperano che i partiti risolvano i problemi da loro stessi creati. Si illudono. Da un secolo almeno confidano in una buona gestione dell' isola. Nulla da fare. Qualsiasi amministrazione, di destra o di sinistra, ha fallito. Gli enti pubblici locali sprecano, investono in cose inutili, i trasporti fanno orrore, non funzionano, le strade sono rimaste quelle del tempo in cui Berta filava, non esistono infrastrutture degne della modernità, l' economia langue, poi gli incendi, i forestali che costano e non agiscono, i bilanci delle istituzioni sono in eterno passivo. Il voto serve soltanto a perpetuare una situazione ambientale scandalosa. Per quale motivo ci dovremmo eccitare per le elezioni di domenica? Non ci importa chi vincerà e chi perderà. Quale sia l' esito dello spoglio, non muterà alcunché né a Catania né a Palermo né altrove. Crocetta non si è comportato peggio dei suoi predecessori e i suoi successori non faranno meglio di lui. Berlusconi non ha torto quando dice che la Sicilia è stata dominata da tutti, da cani e porci, e che le manca solo di finire sotto le grinfie dei grillini. Sarebbe un finale drammatico, visto il modo osceno in cui il Movimento 5 stelle ha guidato le città delle quali si è impossessato. Però il punto è un altro. La storia insegna che la Trinacria è irrecuperabile, chiunque la governi non è in grado di raddrizzarla. Non so perché essa sia incapace di tenere il passo con altre zone italiane, ma è evidente che non riuscirà mai a recuperare e a mettersi al passo con la Lombardia, per citare una regione europea a ogni effetto. Pertanto sia che il torrone venga menato dal Cavaliere o da Grillo o da Renzi (improbabile) non verificheremo alcuna differenza. L' isola seguiterà ad essere bella e maledetta, affascinante, misteriosa e soggetta alle soperchierie di vari potentati, non esclusi quelli mafiosi. La mafia è una sorta di cultura che poi è diventata mentalità, abitudine, costume. È un sistema sociale che, oltre ad aver preso piede, ha preso le teste. Sradicarlo è un' impresa titanica in quanto la piovra è efficiente, mentre lo Stato è affidato a gente sprovveduta, incapace di imporre la legalità. Non lo diciamo noi, lo confermano i fatti sotto gli occhi di chiunque ne abbia buono almeno uno. Stando ai politici impegnati nella campagna elettorale, il voto siciliano è importante poiché sarebbe un anticipo di quanto tra alcuni mesi succederà sul piano nazionale: chi spopolerà nell' isola, spopolerà nella penisola. Non è vero. La Sicilia è un mondo a sé. Una realtà particolare che non rispecchia quella generale. La consultazione di domani non è una cartina di tornasole, bensì un fenomeno paesano e amen. Il centrodestra, costituito da Berlusconi, Salvini e Meloni, non ha minori opportunità di prevalere rispetto ai grillini e al centrosinistra (sinistrato), ma ciò non conta ai fini del rinnovo del Parlamento romano. Questa sarà un' altra partita. Ultima considerazione. Se il buon Silvio punta sul ponte riguardante lo stretto di Messina per trionfare in Sicilia, vuol dire che ha poche o zero cartucce da sparare. Siamo alle solite boutade che non hanno mai dato frutti e scatenato soltanto grasse risate. Ma dove vai se il ponte non ce l' hai? di Vittorio Feltri